top of page

MAGAZINE - ARCHITECTURA

Gli Emirati Arabi scelgono Foster             per l'Expo 2015 a Milano

Gli Emirati Arabi commissionano a Sir Norman Foster la realizzazione delpadiglione dell'Expo 2015 a Milano.L'architetto inglese realizzerà uno spazio di oltre 4.000 mq in grado di presentare in modo originale la storia del Paese. Il progetto riproporrà, per dimostrarne l'efficienza sotto il profilo energetico, la trama urbana delle tradizionali comunità locali.Due muri ondulati alti 12 metri si svilupperanno, come dune nel deserto, su un ampio lotto in prossimità del centro dell'Expo e avvolgeranno al loro interno un teatro cilindrico.Le strette vie pedonali all'interno della struttura costituiranno una reinterpretazione in chiave contemporanea della tortuosa circolazione nelle comunità locali.“Abbiamo dovuto progettare pensando sia alle condizioni di Milano sia a quelle di Abu Dhabi " ha spiegato Gerard Evenden, l’architetto direttore del progetto e partner senior presso Foster + Partners "È stata una sfida architettonica fantastica! Il nostro obiettivo non era solamente quello di creare un edificio-icona, ma di costruire uno spazio che fosse parte integrante sia della nostra storia sia del tema. Tutto quello che abbiamo fatto è connesso agli EAU e ai loro sforzi per raggiungere soluzioni sostenibili. Abbiamo attinto dal paesaggio naturale, dall’architettura locale come dalle progettazioni moderne, a loro volta influenzate dalle forme tradizionali. Un giardino sul tetto ci consentirà di rifornire il ristorante e saranno utilizzate diverse soluzioni per l’energia pulita”.

 

                Rotating Tower - Dynamic Architecture:

                             L'Architetto David Fisher

 

 

David Fisher ha iniziato la sua carriera a Firenze, città emblema del Rinascimento italiano. Dopo la laurea con lode in Architettura a Firenze, il Dr. Fisher ha insegnato Architettura nella facoltà di Ingegneria.Negli ultimi 30 anni ha focalizzato la sua attività sulla progettazione di edifici con una particolare relazione con la natura, oltre che sulla ridefinizione degli estremi tecnici e tecnologici degli edifici, in particolare a Londra, Mosca, Hong Kong, Parigi e Dubai.Nello stesso tempo, l’Arch. Fisher si è anche occupato di restauro di monumenti antichi e di progettazione di edifici pubblici. Attraverso l’ufficio di New York della Fiteco Ltd, che ha fondato a metà degli anni ottanta, è stato coinvolto in progetti di ricerca sulla tecnologia della costruzione e della prefabbricazione, nonché nello sviluppo e realizzazione di progetti alberghieri.A sua firma è il progetto “Leonardo da Vinci Smart Bathroom” per la costruzione e l’installazione di bagni pre-assemblati in alberghi e appartamenti di lusso. Questo è stato considerato il primo approccio “meccanico” alla costruzione civile, essendo l’unico sistema esistente integrato di bagni prodotti in fabbrica. Il Gruppo LDV dell’Arch. Fisher ha utilizzato questo sistema per la prima volta nell’ Hotel Le Meridian a Dubai. Altri progetti sono stati realizzati a Milano, Londra, Mosca, Parigi e Hong Kong.

 

 

 

.David Fisher

 

 

 

 

 

“Non è un anno come gli altri. Il Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia deve porsi al centro di questa differenza e diventare un’occasione per riflettere sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio, deve essere uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese, il “common ground” deve tradursi in un progetto concreto e visionario, in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto.”Questa la "doverosa premessa" di Luca Zevi, scelto dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quale curatore del Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura.Il progetto curatoriale si snoda come il racconto di un incontro possibile, della riscrittura del ‘patto’ - luogo condiviso e spazio possibile - in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialoghino con quelle dello sviluppo economico. Un ‘common ground’ tra imprenditoria e architettura come necessità imprescindibile per la ripresa.Il racconto descrive le “quattro stagioni” dell’architettura del Made in Italy lungo un percorso accidentato e fecondo, mirato alla ricerca di un rapporto virtuoso tra architettura, crescita e innovazione.I stagione : Adriano Olivetti nostalgia di futuroUn percorso che non può non prendere le mosse dall’esperienza di Adriano Olivetti nell’Italia del ‘secondo dopoguerra’ come paradigma di un modello di sviluppo in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si integrano nella proposta di una strada innovativa nella progettazione delle trasformazioni del territorio. Esperienza unica per i tempi e per il contesto, che per la sua attualità induce una positiva “nostalgia di futuro”.Olivetti è innovatore per il modo di fare impresa, la visione del mondo, le scelte e i principi. E’ convinto che il ‘fare impresa’ non possa prescindere da un atteggiamento etico e responsabile nei confronti dei lavoratori e del territorio che accoglie le fabbriche, appassionato di avanguardie in arte e architettura, coinvolge tutti i più geniali architetti e designer degli anni ’50 facendo di ogni complesso industriale un’opera d’arte. Ivrea diventa luogo di sperimentazione di una “città-fabbrica” virtuosa, considerata modulo sperimentale di uno sviluppo territoriale possibile.Il Padiglione si apre con questo racconto perchè la visione olivettiana - che tiene insieme architettura, economia e territorio - può diventare il punto chiave sul quale cominciare a riscrivere il futuro del paese.II stagione: l’assalto al territorioA partire dagli anni ‘80, nel fervore imprenditoriale diffuso seguito alla scomparsa delle grandi industrie dal nostro paese, si verifica una sorta di “assalto” al territorio italiano attraverso iniziative di grande vitalità sotto il profilo produttivo, ma altrettanto disinteressate a qualsivoglia forma di espressione architettonica o di inserimento appropriato nel paesaggio: è la fase della produzione “nel sottoscala o nel capannone, spesso conditi da una villetta in stile chalet svizzero”, il “grado zero” dell’architettura del Made in Italy.III stagione: architetture del Made in ItalyNegli ultimi quindici anni alcune imprese del Made in Italy – caratterizzate da una “tipologia olivettiana” quanto a dimensioni e produzione specializzata - hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza. Sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, documentate e “narrate” nella mostra. Il ‘fare impresa’ virtuoso anche nell’immaginazione dei luoghi di produzione e commercializzazione sta contribuendo a creare nuovi paesaggi.La promenade espositiva si trasforma in un percorso di scoperta, conoscenza e riflessione sulle emergenze architettoniche e insediative del Made in Italy. E’ nel loro agire il senso della prospettiva: l’industria che all’architettura chiede la traccia dei luoghi, della quotidianità, della sua stessa identità.IV stagione: reMade in ItalyLa sfida della “quarta stagione” - la messa a sistema delle imprese del Made in Italy nella direzione di una Green Economy - è destinata fatalmente a incontrare la sfida di Expo 2015 ‘Nutrire il pianeta’, che diventa una straordinaria occasione per riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città e produzione agricola, e sul senso del ‘progetto’ nel nord e sud del mondo. La nutrizione, che sarà al centro dell’Expo 2015, spinge a rimettere sotto analisi il concetto di comunità sostenibile: il rapporto tra città e campagna, industrializzazione e produzione agricola.Il Padiglione Italia diviene così luogo in cui progettisti, imprenditori e politici si cominciano a confrontare seriamente sulle questioni del vivere, nella previsione di un’era in cui l’ossessione della megalopoli deve lasciare spazio a nuove regole di ispirazione comunitaria, in cui nutrirsi, muoversi e abitare diventano funzioni della stessa equazione.Verranno illustrati alcuni recenti esperimenti italiani che muovono in questa direzione: riqualificazione di insediamenti attraverso l’inserimento di attività produttive di nuova generazione; ripensamento degli spazi pubblici mirati a una città a misura dei bambini, che diventano parametro della qualità di vita negli spazi urbani, cercando di ripensare la città come luogo eminentemente pubblico.Un Padiglione Italia sostenibileIl Padiglione Italia non si limita a rivendicare un nuovo modo di abitare, ma tenta di offrirsi come una sorta di prototipo di diversa modalità insediativa, che tiene insieme cultura dell’ambiente e Green Economy.

LE QUATTRO STAGIONI - Architetture del Made in Italy da Adriano Olivetti alla Green Economy

 Alla base del progetto c’è l’intento di ritrovare riferimenti urbani e sociali perduti, al fine di ricreare un luogo di aggregazione il più prossimo possibile a quello che era stato il naturale centro della città.È stata così concepita una piazza urbana con un «magnete» attrattivo, uno spazio destinato alla cultura che potesse diventare anche un luogo di incontro per le diverse attività sociali. La struttura è polifunzionale e oltre all’attività musicale permetterà la realizzazione di conferenze, videoproiezioni all’interno e all’esterno dell’edificio.Alcuni servizi primari come caffetteria e bookshop renderanno il luogo ampiamente fruibile. L’utilizzo del legno, in particolare del celebre «abete rosso di risonanza» del Trentino, e la prefabbricazione sia degli elementi strutturali che degli elementi di completamento ed arredo tendono verso un’unica finalità: una ricostruzione veloce e poco invasiva sul territorio.La realizzazione ha previsto, come indicato nel bando di gara, il coinvolgimento di giovani studenti aquilani in cantiere. L'Auditorium è costituito da tre cubi di legno di diferenti dimensioni, dislocati uno accanto all'altro in modo irregolare.Il cubo centrale, quello più grande, corrisponde alla Sala dell'Auditorium, che può accogliere 238 spettatori (posti a sedere) ed un'orchestra di 40 musicisti.

Progettato da Piano e realizzato dai Trentini, il concerto inaugurale sarà diretto da Abbado alla presenza del Presidente Napolitano

Auditorium dell'Aquila

Luca Molinari e Simona Galateo hanno selezionato 4 progetti di architetti italiani “esempi virtuosi che testimoniano come l’esperienza e la creatività italiana riescano a distinguersi all’estero in diversi ambiti di progetto”. Le 4 architetture sono protagoniste della mostra ITALIANS DO IT BETTER #3, che inaugura il calendario degli eventi 2011 di SPAZIOFMGPERLARCHITETTURA, galleria espositiva di Iris Ceramica e FMG Fabbrica Marmi e Graniti. Immagini, filmati e modelli racconteranno i progetti selezionati: il MOCAK, Museo di Arte Contemporanea “Fabbrica Schindler” di Cracovia, di Claudio Nardi Architects con Leonardo Maria Proli; gli Headquarter per il Ministero degli Interni e La Polizia di Stato a Tibilisi in Georgia di Michele De Lucchi, Leopoldo Freyrie, Marco Pestalozza; la Scuola del gruppo ARCò realizzata nei territori occupati Palestinesi di Gerusalemme Est usando copertoni riciclati, la Scuola elementare realizzata in un villaggio afghano dagli studi 2A+P/A, Mario Cutuli Architetto.

ITALIANS DO IT BETTER #3:

L'architettura italiana all'estero

Italian Architects

Omaggio alle Città Invisibili. Ritratti di architettura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo il successo della mostra alla Casa dell’Architettura di Roma e il Premio Internazionale CIRVI di Moncalieri, arriva al MAXXI il video del fotografo Moreno Maggi dal titolo “Omaggio alle Città Invisibili. Ritratti di architettura”. Una visione onirica, un ritratto fotografico, architettonico e insieme artistico delle metropoli evocate nei racconti di Italo Calvino.Una liaison tra la fantasia poetica di uno dei più grandi scrittori italiani e la realtà contemporanea delle nostre città. Negli spazi del MAXXI Base la videoproiezione del filmato e la stampa su alluminio in formato gigante della tavola che riproduce il Museo delle Arti del XXI secolo, capolavoro di Zaha Hadid.Il video, che ha aperto la Sezione Architettura della Rassegna “In viaggio con Calvino”, il 13 giugno presso la Casa dell’Architettura di Roma, consente di “entrare e visitare” 18 Città Invisibili, nate dalla combinazione artistica delle fotografie scattate da Maggi: in tutto 18 tavole che “ritraggono” 14 grandi architetti italiani e stranieri. e le loro architetture più note.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Los Angeles celebra Giò Ponti

La mostra si terrà nell’abitazione del console generale d’Italia, Giuseppe Perrone. Pezzi vintage, arredi e decorazioni saranno esposti nella residenza e non mancheranno i due pezzi “clou”, legati proprio all’esperienza dell’architetto in California. Quali? La “Cattedrale di Los Angeles”, una scultura in cartone realizzata da Ponti nel 1967 e dedicata agli amici Charles e Ray Eames, e il disegno originale di una casa circolare nella Marin County, in California. La mostra comunque vuole essere un omaggio a Ponti e alla sua lunga carriera, a cavallo tra gli anni ’30 e gli anni ’70, esempio di versatilità e di molteplici interessi che hanno visto l’artista spaziare dall’architettura alla progettazione degli interni, dalle arti decorative alla pittura fino ad arrivare alla realizzazione e alla direzione della rivista Domus.

                      UN'ONDATA DI MODERNISMO

Immaginate una casa autonoma, un'architettura che trae sostentamento dall'ambiente circostante. Siamo a Los Angeles, nella Skywave House, un padiglione sospeso, sorretto da una superfice continua.

 Fai doppio clic.Il 2013 in Italia è stato un anno di preparazione e di attesa nel campo dell’architettura. Una condizione di sospensione provocata dalle aspettative di due grandi eventi che potrebbero segnare per sempre il futuro del Paese. Da un lato la Biennale di Venezia che nel 2014 verrà diretta da uno dei personaggi di rilievo del panorama internazionale, Rem Koolhaas. Dall’altro l’Expo 2015 di Milano, spiraglio di ripresa per il mercato delle costruzioni. Ma è stato anche un anno dove, a livello istituzionale, qualcosa si smuove. Per la prima volta un architetto italiano di chiara fama mondiale siede sui banchi del Senato. E lo fa a modo suo, con scelte che dividono il mondo degli addetti ai lavori, ma pur sempre all’insegna del “fare”. Quello che sembra non cambiare è invece l’atteggiamento lento, schivo e ignavo di alcune istituzioni come il Mibact che, nelle decisioni importanti, dimostra tutta la sua incapacità di vedere l’architettura contemporanea come una priorità per il Paese. Ecco le tre migliori e le tre peggiori notizie del 2013 in Architettura…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un anno di architettura in Italia. Con lo sguardo alla                          Biennale 2014 e all’Expo 2015

bottom of page