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"ARTE ITALIA CULTURA" vuole essere  una centrale di idee dalla quale sviluppare nuove sinergie in collabborazione con istituzioni e artisti a livello internazionale promuovendo l'arte italiana su una scena che valica i confini italiani.

Magazine intende informare gli utenti e gli operatori del settore circa gli eventi e le ultime produzioni  mettendo a confronto ricerca e metodologia nelle varie discipline artistiche e ponendosi come obbiettivo un nuovo rinascimento italiano,una vera e propria rinascita a 360°, Rinascenze di una nuova consapevolezza etica,storica e sociale.

 

La bellezza famosa,sotto gli occhi di milioni di visitatori nei musei del mondo,rilancia la bellezza nascosta ed innesca il desiderio di ritrovare in Italia,i luoghi di provenienza delle opere d'arte: citta', paesi, piccoli borghi, ville ,castelli ed abbazie  immersi nell'atmosfera senza tempo dell'ambiente naturale.

 

Finisce a Casoria la mostra censurata dal ministero. "Mostra d'arte modernizza affreschi romani con modelle nude" titolano numerosi magazine anglofoni.

Succede che i visitatori possono pure scrivere frasi sconce  sugli " affreschi " reinterpretati e fare proprio come s'usava nei lupanari di quel tempo memorabile.

Alla fine,questa mostra basata sull'appiccicare nudi reali su quelli antichi,provenienti dal gabinetto dei Borbone.

La mostra sara' aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2014 al CAM MUSEUM di Casoria (NA)

" Erotismo in mostra"

 

Il provvedimento che segna un passaggio quasi storico per il settore,si trova nelle disposizioni delle ultime misure varate dal governo letta.

Non a caso anche " il corriere della sera " lo ha inserito nelle top delle novita' di palazzo Chigi,perche' il provvedimento, a costo zero,potrebbe portare non pochi quattrini alle casse delo stato oltre a salvare dall'oblio dei magazzini dei nostri musei molte opere italiane, rendendole fruibili a migliaia di persone all'estero senza per questo nulla togliere al patrimonio nostrano.

Il provvedimento infatti e' chiaro: l'Italia potra' dare in affitto all'estero, solo opere d'arte ( e per un periodo non superiore a 20 anni ) che giacciono nei magazzini dei musei e che non sono esposte al pubblico.

Si tratta di un provvedimento ben diverso " dal prestito "meccanismo gia' ampiamente in uso per le mostre.

Stavolta si parla di affitto,ovvero di entrate per le casse dello stato e infatti il testo parla di un corrispettivo per lo sfruttamento del bene, e non basta,infatti il provvedimento implica l'obbligo da parte dei musei stranieri che accoglieranno le opere,di esporle in spazi dedicati alla " cultura italiana "

 

 

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ARTE A VENEZIA

Per la prima volta fanno il loro ingresso alla " Biennale di Venezia " paesi come il Kosovo, il Bahrain ( con Mariam Naji, Waheeda Malullah e Camille Zakhariai ) e il kuwait ( con Zami Mohammad e Tarek Ghousenalla ).

Ma da segnalare anche il rientro della Bosnia Erzegovina, che dopo un'assenza di dieci anni, ha lavorato con molto impegno per tornare in questa importante vetrina internazionale.

A farsi portavoce del ritorno di Sarajevo a Venezia, sara' Miladen Miljanovic che il 30 maggio a "palazzo  Malipiero" presentera' una performance dal titolo " il peso dei desideri ".

Importante anche la presenza dell'Iraq, che vuole tornare ad aprirsi al mondo dopo gli anni della guerra.

e dall'Egitto che con Mohamed Banawy, punta a mantenere viva arte e cultura.

Ecco quindi ancora gli Emirati Arabi Uniti che con Mohamed Kazem ( artista di Dubai ) rappresenta la generazione emergente ell'eredita'negli emirati e nella regione circostante, o la Turchia con Ali Kazma 

( classe 1971 ) noto artista instambuliota, Israele ( Gilad Ratman ) e il Libano con Akram Zaatari, proiettano i visitatori nel mondo delle arti visive mediorentali.

Sara' la prima volta anche per il vaticano che ha investito oltre 70 milioni di euro nel suo padiglione affidato a una selezione ristretta di artisti che dovranno rappresentare temi religiosi, con il linguaggio tradizionale della pittura, ma anche con un linguaggio di grande impatto visivo come la videoarte ingaggiando nientemeno che Plessi.

 

L'EXSPO 2015, l'esposizione universale di Milano, ( world exsposition Milano, Italy 2015 ) avra' luogo a Milano tra il 1° maggio e il 31 ottobre a Milano presso la EXSPO 2015 S.P,A, societa' costituita dal governo italiano,regione Lombardia, dalla provincia di Milano,dal comune e dalla camera di commercio.

Il tema proposto per la rassegna e' di " nutrire il pianeta ", energia per la vita, e vuole includere tutto cio' che riguarda l'alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo, a quello dell'educazione alimentare fino alle tematiche legate agli OGM.

Alla rassegna saranno legate numerose manifestazioni artistiche e performances da parte di artisti internazionali.

 

 

 

 

WORLD EXSPOSITION MILANO 2015 ITALY

MAGAZINE - ARTE

ALESSANDRO KOKOCINSKI

Alessandro Kokocinski, figlio di "guerrieri in fuga" scampati alla follia di due feroci dittature, nasce a Porto Recanati nel 1948. L'anno successivo, imbarcatosi su una nave "che si pagò il pedaggio con la vita dei più indifesi", raggiunge l'Argentina, "terra di grandi contrasti, di immensi spazi e di sogni ancora più grandi."Ha inizio, così, la vita avventurosa e insieme esaltante di questo geniale apolide, il quale, dopo aver conosciuto le popolazioni indigene delle foreste Misioneras, approda a Buenos Aires giusto in tempo per assistere alla caduta di Perón. Nel 1970, schedato dal regime per aver militato nei gruppi rivoluzionari, emigra in Cile, attratto dall'effimero sogno di libertà di Salvator Allende. Per poco si sottrae al golpe del 1973 e alla feroce dittatura di Augusto Pinochet. Raggiunge l'Europa ed è prima ad Amburgo, quindi a Roma. Qui incontra il grande esule andaluso Rafael Alberti, che abita a Trastevere. Grazie ad Alberti entra in contatto con il milieu culturale romano: conosce Carlo Levi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, diviene amico di Vittorio Gassman, guarda con interesse alla pittura di Alberto Sughi e di Riccardo Tommasi Ferroni. Elemento centrale della sua speculazione artistica è la figura umana. Rivoluzionario per istinto, ma accademico per rigore formale e ricerca di perfezione, Kokocinski racconta l'uomo evidenziandone la dimensione eroica ma anche la fragilità. Capolavoro indiscusso del suo prestigioso percorso figurativo è la Trasfigurazione, imponente installazione pittorico-plastica costituita da cinque grandi pannelli.Dopo le esposizioni di Buenos Aires, Pechino, Salisburgo, Roma, Tarquinia e Cento, l'opera approda a Perugia. Di forte impatto emotivo, racconta il dramma di un'umanità derelitta che grida, con la voce dell'arte, la propria volontà di riscatto. 

 


Mirva nasce in terra Elvetica il 29 settembre dell'88.
Sopra le righe e un pò ribelle si fa subito attrarre dal mondo alternativo nel quale si tuffa sin dalla tenera età di 15 anni. 
Dapprima abbraccia la musica metal che la tempra e le dona l'inconfondibile stampo rocker: amante di chopper, whisky, tatuaggi e piercing.
Crescendo tutto prende una nota più delicata, evolvendosi nella scoperta di 
sonorità più dolci: elettroniche, d'atmosfera... 
Si addentra nel mondo dell'erotismo estremo, riscoprendosi ulteriormente e trovando particolare affinità con lo shibari che straborda dal suo privato e sfocia nell'espressione artistica...
Generando un Progetto Performance Live che offre al pubblico sospensioni e selfbondage spettacoli col fuoco e giochi sensoriali .
 Innamorata della propria malinconia inizia a reinterpretarla sotto forma d'arte dipingendo e prestandosi come modella alternativa per soddisfare il proprio  desiderio d'espressione.
Studiosa di filosofie ermetiche si crea un mondo proprio ed inizia a scrivere poesie e racconti dalle sfumature tetre e sulfuree sfociando spesso nell'erotismo più ostico da raccontare...

Mirva Akai Hana

Paola Epifani, in arte Rabarama, nasce a Roma nel 1969.

Attualmente vive e lavora tra Padova ( Italia ) e Saint Tropez ( Francia ).

Figlia d'arte, dimostra fin da bambina un innato talento per la scultura.

La sua educazione artistica si forma prima presso il liceo artistico di Treviso e successivamente all'accademia di belle arti di Venezia.

Diplomata a pieni voti nel 1991 prende parte fin da subito a numerosi premi nazionali ed internazionali ottenendo un crescendo successo di critica e pubblico.

Il 1995 e' l'anno della svolta inizia la sua collabborazione con la galleria Vecchiato, fondamentale per le future tematiche artistiche e della sua promozione in ambito nazionale ed internazionale.

Da questo momento l'artista sviluppa la sua personalissima ricerca.

Rabarama dialoga in maniera serrata e immediata col fruitore,gli offre la possibilita' di confrontarsi con tematiche scottanti e decisamente attuali mediante il linguaggio del corpo, quali la mutazione genetica,l'ambiguita' umana, l'identita' dell'uomo contemporaneo spinte da una forza primigenia e visionaria, remota e senza tempo.

Metamorfosi formale e aspirazione di liberta' assoluta, queste le linee guida presenti nell'attuale fase artistica.

Rabarama e' considerata dalla critica e dal collezzionismo piu' esigente un'artista completa grazie ai continui riconoscimenti ufficiali sia sul mercato italiano che su quello internazionale.

La sua produzione e' alquanto eclettica e sfaccettata, diversificandosi tra sculture  di terracotta, bronzi dipinti, marmo, vetro e pittura ad olio, i monotipi in gomma, le opere grafiche, le inclusioni di resina, i gioielli di artista in oro.

Negli ultimi anni sono state organizzate numerose mostre con un alto riscontro a livello internazionale.

A partire dalla primavera 2013 le sue opere monumentali, bronzi e marmi, sono esposte sul litorale della Versilia e presso l'aeroporto Galileo Galilei di Pisa grazie alla collaborazione con la fondazione " Henraux ".

L' esposizione prosegue successivamente nella citta' di Lucca, fino al 2014 lungo le mura medioevali e nelle piazze piu' importanti.

 

 

 

RABARAMA

Le opere d'arte non esposte al pubblico saranno affittate.

La cultura non e' unastrazione, afferma Strinati, noi parliamo di persone che lavorano quotidianamente nel settore culturale.

In questo caso specifico " cultura " significa " produrre " cioe' far rientrare l'attivita' culturale nel grande filone del riscatto del lavoro.

" NELLA CURA DEL PATRIMONIO CULTURALE " - Claudio Massimo Strinati - storico e critico d'arte dirigente MIBAC .

 

 

A RENDERE la Performance Art particolarmente intrigante contribuisce una certa difficoltà che si incontra nella sua definizione, il fatto cioè che rechi in sé elementi propri di diverse forme di espressione artistica, che comporti il contatto diretto con il pubblico e il suo essere effimera, rendendo l’opera fragile e preziosa.

 

 

 

Bardini di Firenze è protagonista della mostra Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografia, arte e moda "made in Italy" da domani 10 gennaio 2014.

 

ALVARO CAPONI.

Sam Jinks at the 55th Venice Biennale

 

 

 

 

 

 

Alvaro Caponi è nato a Narni (TR). Pittore e docente, ha completato gli studi di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma seguendo, tra l’altro, corsi di Elementi di regia, di Psicologia della forma e del colore, di Restauro. Nel suo iter pittorico ha allestito personali in Italia e all’estero ed ha partecipato a numerose collettive, ottenendo premi e riconoscimenti. Particolare successo riscuotono le opere esposte alla X Quadriennale di Roma nel 1975. Molte sue opere sono collocate in permanenza presso Musei, Pinacoteche e Palazzi pubblici e privati. Nel 1982 ha restaurato, su commissione del Municipio di Narni, l’unico calco originale esistente del Gattamelata di Donatello. E’ stato autore, regista e scenografo di quindici lavori teatrali, attività in cui hanno trovato più compiuta espressione la ricerca della tridimensionalità, del movimento, del colore, degli odori e del suono. Ha operato per un recupero delle tradizioni del teatro popolare che ha fatto rivivere attraverso una fusione tra la simbologia del periodo storico e la sua interpretazione artistico - filosofica. Dopo un periodo di riflessione e di ricerca interiore, ha ripreso ad operare pittoricamente nel suo mulino-atelier dove trova, nello scrosciare dell’acqua e nel contatto con la natura, inesauribili fonti di ispirazione.

 

A naked man is hung up by the armpits at the far end of a room. He makes a sad impression, not just because of his dangling indisposition, but because of his diminutive proportions. Every visible detail of the skinny body is presented, but child-size.

This grim figure by Sam Jinks is answered in the intimate gallery at West Space by a face on the near wall, which is initially concealed as you enter the white room. It's a scary apparition: a male of whiskery aspect whose mouth has entirely dissolved into the flesh of the face, leaving a smooth and gentle volume between nose and bristly chin. The glazed eyes stand out with reddened thyroidal frenzy, almost as if expressing the suffocation involved in losing your nostrils and mouth.

The scary thing about both sculptures is not what might be happening to the figures - though this is sinister - but rather their comprehensive level of detail. The verisimilitude in the treatment removes you from the comfort of analogous images in the history of art. In the tradition of figurative sculpture, the agonised figure - from Ghiberti to Kollwitz - is bathed in aesthetic heroism.

The allure of a robust sculptural medium is not for Jinks. Rather, with skills that exceed the standards of the wax museum, Jinks makes the skin look like skin, which is luminous and penetrated by light. You could imagine seeing pores and follicles if you took a microscope to the surface.

Jinks' two sculptures are spooky on many levels. The suspended man, with his drooping head and transcendent air of concentration, recalls the sacred archetype of Christ on the cross. It's as if, like Christ, he is hung up for maximum humiliation in a punishment that might be rehearsed in holy rituals for an obscure redemptive purpose.

Meanwhile, the electrocuted face across the room, though a bit sensational, reminds you of the Medusa, except that the coils of snaky hair are reduced to stubble, and instead of turning someone else into stone, the visage petrifies itself.

Both works are wall sculptures. The body isn't just stuck up on the wall: it is stationed in an abstract shrine, for the unique purpose of hanging up a naked man. Though apparently oblivious to his environment, the man delicately fingers the plane behind him.

The sculpture has a powerful presence, which at times is confused with a man's. This is unusual with sculptures. You'd never confuse a Bernini for a real human. You just accept that it's an illustrious effigy and not a real person. But, as with the realist sculptures of Ron Mueck, the proximity to human textures is uncanny. The slightly puffy belly, the hardness of the ribs, the lankness of the unsupported legs: it's almost too lifelike.

Offsetting this freakish resemblance, another feature of Mueck's sculpture is apparent: it's the unsettling scale. In the history of sculpture, most figures are either smaller or larger than life. In traditional aesthetic terms, Jinks' naked man is the wrong size. The figure is too small to be real, but too big to be a doll or figurine. The dwarfism with perfect proportions seems semantically inconvenient and disturbing when the figure turns real in your imagination. It's an embarrassing size for a man to have, as the mature body has the scale - but not the shape or detail - of a boy's body.

He's a modern man, with a modern haircut, the prickly result of electric clippers. You've seen that kind of guy on the tram. But the incongruous presence is naked - a bit unflattering at that scale - and he's hanging up in a most unbecoming way. You feel that perhaps, like Christ, he could choose to get down from the scaffold; but his destiny is somehow bizarrely pious and he suffers with divine patience.

The sculpture is skilful and paradoxical: a figure that oscillates in your awareness between being art and being a man; a stripped down sign of a tortured spiritual history.

 

 

 

 

 

 

 

MAURIZIO LABIANCA

 

 

"Dentro il gioco" (1978)-olio su tela- 180 x 160

 

Le sensazioni sono piccole "anime" che animano il nostro quotidiano... . 

il titolo dell'opera è "dentro al gioco", naturalmente psicologico e quindi, conseguentemente, i personaggi non possono che essere elementi emblematici della forza e della lotta (cavalli); il territorio ove si svolge l'azione(scacchiera), i tagli e le sequenze interconnesse ( vedi i piani), sfondo una battaglia, al centro l'incognita dal drappo nero con il ritaglio di una figura umana dove la sua ombra si trova ai suoi piè... . Insomma è una storia dipinta per chì ha voglia di approfondire argomenti metafisici, esoterici, antroposofici... . La tecnica (ad olio) è complementare; è stato un mezzo per raggiungere l'effetto visivo dell'opera e null'altro. Intuendo il rischio di divenire "pesante" mi fermo quì. Naturalmente nella speranza di essere stato in parte esaustivo....

 

 

2013  MOSTRA AL MUSEO DI ARTE      CONTEMPORANEA IN CINA

 Maurizio La Bianca è un artista che ha lavorato per molto tempo con estrema discrezione e cautela . Non che i temi che affronta sono da considerare marginali o minori. Tutt'altro ! Anzi va detto subito che ci troviamo di fronte a un artista estremamente serio e impegnato che affronta da sempre il proprio lavoro con totale dedizione e che si immerge in argomenti di grandissima rilevanza per ogni uomo .Ma il fatto è che per La Bianca l'attività dell'artista è prima di ogni cosa attività di ricerca che richiede lunghe e sofferte fasi di maturazione interiore e meditati tempi di stesura. Così è rimasto fino a tempi recentissimi in una posizione appartata..., relativamente lontano dalla critica militante, concentrato in se stesso , a colloquio solo con pochi intimi amici , di niente altro desideroso che di approfondire sempre più ciò gli preme dentro.Oggi si può vedere ciò che ha fatto fino ad ora rintracciando periodi diversi e momenti di attenzione particolare su questo o quell'altro aspetto, e risulta evidente una personalità compatta , consapevole di se , estremamente onesta e generosa nel suo fare arte .Detto molto semplicemente La Bianca è un artista che concepisce l'opera d'arte come una sorta di scandaglio della coscienza , una indagine in se che non è, però, vuoto narcisismo ma. all'opposto, tensione verso un discorso universale che sia in grado di parlare a tutti senza rinunciare ad un pronunciatissimo linguaggio personale intenso quanti altri mai .Chi si ponga davanti a queste immagini , spesso ardue e sconcertanti , avverte subito la componente " umanistica " del Maestro che sembra voler sprofondare nelle più immediate pulsioni dell'essere umano cavarne una sostanza di verità divenuta per lui il fine stesso dell'arte .Naturalmente la sequenza delle opere di La Bianca dimostra come la meta che il Maestrovuole attingere sia da un lato costantemente a portata di mano e dall'altro costantemente sfuggente come se ogni opera significasse, rispetto all'altra , uno spostamento progressivo verso la pienezza e una soddisfazione che non possono in realtà essere attinte. Una pittura come questa, fatta di slanci continui e di continue ansie esalta e inquieta . C'è una evidente ragione : Maurizio La Bianca è un uomo del nostro tempo , che conosce bene tanti aspetti dell'arte contemporanea, ma non è propriamente allievo o epigono ( per sua fortuna) di nessuno e se qualche eco di certa pittura surrealista o addirittura informale è però lecito avvertirlo, si vede bene come non si sia rivolto a una trafila accademica e non abbia mai avuto di mira niente altro che non fosse la propria ispirazione. Le immagini tornano spesso da un dipinto all'altro , come se certi stati d'animo e certi " personaggi" si inseguissero senza sosta reinventando se stessi e il proprio universo mentale . Nel corso della sua carriera fino a questo momento si sono visti nell'immaginario di La Bianca temi e sigle ricorrenti che si sono rimescolate nella sua fantasia sempre in nome di un superiore principio morale .Si potrebbe dire che , in sostanza, è proprio la sfera dell'etica e del comportamento che fungono da basi fondanti della sua ricerca . Come se volesse cogliere una quintessenza che appare e scompare dall’orizzonte fantastico di ognuno di noi e che il Maestro ha saputo ricercare con acume e una passione che hanno pochi confronti nel panorama artistico attuale. C’è in La Bianca uno spirito antico il Maestro stesso, parlando del suo lavoro, avverte la sensazione di proporre una sorta di Rinascenza ideale, quasi un ritorno non tanto alla classicità quanto alla costanza della coscienza latente in ciascuno e proiettata verso il futuro, in una inesausta tensione in cui sembra risiedere gran parte del fascino che promana dall’insieme della sua opera.La Bianca presenta oggi una ampia scelta delle sue opere, uscendo da un riserbo che ha mantenuto con incredibile costanza per tanti anni, raccogliendo qualche nucleo di sue opere e dando un’idea del suo lavoro. Il nostro Maestro è persona dalla discrezione esemplare e, insieme, dalla volontà ferrea . Le sue idee sull’Arte e sulla sua stessa produzione sono nette e precise, eppure raramente ho incontrato un artista più restio a costruire una mostra e a immettere sul mercato le sue cose. Come se avesse sempre sentito la necessità di non separarsi dal flusso continuo delle sue opere, quasi fossero tutti suoi figli da mantenere e da vigilare con amorevole dedizione.In una occasione espositiva precedente avevo notato come “nel corso della sua carriera fino a questo momento” (in riferimento è a un paio di anni fa…) si sono visti nell’immaginario di La Bianca temi e sigle ricorrenti che si sono rimescolati nella sua fantasia sempre in nome di un superiore principio morale. Ein effetti, è proprio l’idea della moralità dell’arte quella che segue tutto il cammino di Maurizio La Bianca e che ce lo ha reso raro, avendo constatato in lui una inflessibile volontà di esprimersi e essere se stesso rispetto a quelli che gli sono sempre sembrati i grandi problemi dell’Arte.La sua pittura è morale nel senso che riflette in maniera esemplare i dubbi, i sentimenti, le aspirazioni i n uomo che non ha altro scopo che quello dell’espressione. L’Arte è, si osserva, per lui un flusso continuo che passa da una frase all’altra ma che ha sempre di mira un tema fondamentale e basilare: l’indagine delle aspirazioni e delle pulsioni dell’essere umano, ricercato nella sua semplice essenza che il Maestro ricorrente con l’antica idea dell’Umanesimo in senso proprio e che è, in effetti, una forma di moderno umanesimo che non ha tanto una struttura filosofica religiosa di base, quanto una forte volontà di comprensione.Così c’è in La Bianca un’idea profonda e attuale quella della ricerca di una continuità tra passato, presente e futuro che convivono in qualche modo nella sua forma artistica. Questa, fatta di slanci e ripensamenti, di accensioni e delusioni, di proiezioni in avanti e ritorni… , è una metafora di un lungo cammino che si nutre di una scienza particolarissima, quella del colore e della forma, su cui il Maestro lavorava con certosina pazienza che forse contraddistinse tante forme d’arte del passato.Difficile trovare una scansione cronologica precisa per queste opere che sono compresenti e tutte figlie di un’unica ispirazione; robusta e delicata insieme, ma sempre sincera e generosa.Per questo l’artista è facile pronunciare il termine “fantasia”. E, veramente, un orizzonte fantastico sconfinato si apre di fronte a chi osserva il suo lavoro. Forme che si compongono e si scompongono, lampi cromatici che attraversano lo spazio, talvolta dotati di una forma specifica, talvolta totalmente informali, scandagli gettati, anche con inquietudine, a indagare sulla coscienza, sui grandi sentimenti, su quello che il pittore pensa possa essere il destino stesso della sua arte. E’ questa è una pittura difficile al primo approccio, non dotata di quegli elementi di gradevolezza potrebbero sembrare orpelli necessari della forma estetica, ma, in realtà, alla lunga estremamente remunerativa, a condizione di entrare in questo mondo intricato e ricco di riferimenti non sempre facilmente comprensibili. Dall’altra parte scopo dell’arte, pensa La Bianca, non è quello di semplificare né quello di compilare le cose. Scopo dell’arte è quello di raggiungere un punto di formulazione possibile al di là del quale la forma assuma aspetto comunicativo.L’artista vuole comunicare con estrema pregnanza e la sua pittura diventa un linguaggio proprio e non fungibile. In questa esposizione ci sembra di poter dire che La Bianca si presenta con pienezza di qualità e con ampiezza di orizzonti tanto da dover affermare che un Artista fino a questo momento avulso a farsi conoscere è oggi manifesto in tutta la sua capacità creatrice. Avevo già osservato in altra occasione come in La Bianca ci sia uno spirito antico che lo porta al concetto di un perenne rinascimento sedimentato nell’animo di ognuno di noi e che egli cerca di riportare costantemente alla luce nella struttura generale del suo lavoro. Ci sembra di poter dire che questa mostra sia la migliore testimonianza in tal senso di un impegno che negli anni è cresciuto e che lascia ampi spazi dove poter attingere ancora nuove mete.

 

                               Claudio Massimo Strinati

È  tutto pronto per l'edizione 2014 di Arte Fiera, l'appuntamento più importante in Italia per l'arte moderna e contemporanea, dal 24 al 27 gennaio a BolognaFiere. Sono 172 le gallerie presenti con una crescita del 27% sul 2013. Un balzo in avanti che arriva dalle nuove esposizioni dedicate alla seconda metà dell’800 e alla fotografia. Nuovo Focus con 10 gallerie sull’est europeo – anche in città al Museo Archeologico con la mostra “Il piedistallo vuoto. Fantasmi dal’Est Europa” – e una sezione sulla Cina, e tornano le giovani promesse con “Nuove proposte” e le monografiche con “Solo Show”. Oltre 2mila le opere esposte al pubblico firmate da più di 1.100 artisti. 33 gli espositori fra editori, librerie, istituzioni e periodici d’arte. E nel centro di Bologna il mosaico di eventi di ART CITY e la magia dell’Art white night.Sono state presentate questa mattina, in conferenza stampa al Museo Civico Archeologico di Bologna, Arte Fiera e Art City. In una sala gremita di giornalisti, operatori culturali, appassionati d’arte sono state anticipate tutte le iniziative che dai padiglioni della Fiera alla città animeranno Bologna dal 24 al 27 di gennaio.All’incontro sono intervenuti Duccio Campagnoli - Presidente di Bologna Fiere; Gianfranco Maraniello - Direttore Istituzione Bologna Musei; Alberto Ronchi - Assessore Cultura e Rapporti con l'Università del Comune di Bologna; Lorenzo Sassoli de Bianchi - Presidente Istituzione Bologna Musei; e i Direttori Artistici di Arte Fiera Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti. In chiusura Marco Scotini, Curatore della mostra in città. Manca una settimana ad Arte Fiera, leadership nazionale e una delle principali fiere europee dell’arte moderna e contemporanea, in crescita come numero di espositori e settori rappresentanti. Dopo il successo del 2013 con oltre 42.000 visitatori, l’edizione 2014, la 38ma, si annuncia con importanti novità e ad un allargamento che mira a intercettare le nuove tendenze di mercato che l’impostazione curatoriale della manifestazione ha selezionato. Tanti gli artisti rappresentati, dai nomi più noti e consolidati, alle giovani promesse dell’arte contemporanea, passando per le interessanti proposte dei capolavori ancora poco conosciuti dell’Est Europa. L’ampliamento alla seconda metà dell’800 vedrà la presenza dei maestri del tardo 800 italiani e stranieri, e i grandi fotografi esposti da gallerie specializzate nell’arte fotografica, una prima assoluta per la manifestazione. Saranno presenti, inoltre, più di trenta fra case editrici, librerie specializzate in arte e istituzioni museali.

  ECCO ARTE FIERA 2014, DAL 24 AL 27 GENNAIO A BOLOGNA FIERE. TANTE LE NOVITÀ, PIÙ GALLERIE PIÙ DI 2000 OPERE, OLTRE 1100 ARTISTI ITALIANI E INTERNAZIONALI. OLTRE 200 ESPOSITORI FRA GALLERIE, EDITORI, LIBRERIE, ISTITUZIONI E PERIODICI D’ARTE. IN CENTRO CITTA' ATTESE MIGLIAIA DI PERSONE PER LE CENTINAIA DI EVENTI DI ART CITY E, SABATO, DELLA NOTTE MAGICA DI ART WHITE NIGHT

 I’m a great place for you to tell a story and let your users know a little more about you.  Dal 23 Gennaio 2014 al 27 Aprile 2014BOLOGNALUOGO: Pinacoteca Nazionale di BolognaCURATORI: Emanuela Fiori, Barbara SecciCOSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuitoTELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 051 4209411E-MAIL INFO: sbsae-bo.ufficiostampa@beniculturali.itSITO UFFICIALE: http://www.pinacotecabologna.beniculturali.it/COMUNICATO STAMPA: La mostra accende i riflettori sulle collezioni pubbliche dell'Ottocento, rendendo visibile una selezione del prezioso patrimonio in possesso del MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e della Pinacoteca Nazionale di Bologna, in gran parte mai esposta al pubblico.

EVENTI ARTE ITALIA 2014

 

 

 

 

  La scultura che non ti aspetti: è di carta e si apre a fisarmonicaL'idea è venuta all'artista cinese Li Hongbo: i suoi busti sembrano di gesso, ma in realtà sono realizzati pressando e incollando centinaia e centinaia di fogli di carta. Per fare un busto in media ne servono 5000

                               

                                                                                                     Daniela Accadia

 

 

 

 

 

 

Il linguaggio del corpo nell'arte

 

 

La Body Art, il corpo come linguaggio, ha origini antichissime e riguarda il poter utilizzare il nostro corpo come strumento per parlare al mondo esterno: attraverso tatuaggi, piercing, pittura ed operazioni simili; a partire dalla fine degli anni ‘60, il corpo viene usato come forma di linguaggio estrema dalla corrente artistica della Body Art, gli artisti si esprimono soprattutto attraverso tagli e lacerazioni sulla carne, trasformismi vari ed umiliazioni sul corpo. La corrente artistica della Body Art attinge alcune nozioni dall’espressionismo e dal teatro della crudeltà di Artaud. Alla base dell’utilizzo del corpo come linguaggio e come strumento per fare arte, c’è la voglia da parte degli artisti, di essere amati per come si è ed il desiderio narcisistico di mostrarsi per poter essere. La Body Art agisce nel presente, durante la durata della performance; attraverso l’uso del corpo come linguaggio questi artisti sottolineano il bisogno di essere accettati e di riacquistare, attraverso un atto presente, brutale e violento contro il proprio corpo, la propria identità, annullarsi per poi rinascere. Lo spettatore è un elemento importantissimo, senza di esso non avrebbe senso la Body Art, esso partecipa attivamente, tramite la sua emotività; la carica emotiva, sia dello spettatore che dell’artista, è un aspetto fondamentale del corpo come linguaggio e permette che l’atto ed il cambiamento si compiano. Come lo spettatore rimane scioccato dalla performance e ne riporta dentro “i segni” tornando a casa, anche il corpo dell’artista rimane segnato e impiegherà del tempo prima di guarire, ma l’artista interiormente si sentirà epurato rispetto a prima, essendosi esibito in questo atto “catartico”. L’uso di questo linguaggio estremo del corpo, gioca molto sull’aspetto attrazione-repulsione da parte dello spettatore, all’interno del macabro rituale che si mette in atto (dove solo attraverso l’arte è permessa l’approvazione sociale), in cui tornano a galla gli istinti primordiali dell’osservatore e si installa un legame intenso di complicità tra artista e fruitore, che permette al primo di stare bene ed al secondo di tirare fuori le sue intime e peggiori emozioni.Questo modo di esprimersi attraverso un linguaggio così crudele, ed allo stesso tempo spontaneo, che prescinde dalle regole morali della società e rimette in gioco tutto, fa vedere il rovescio, la precarietà del concetto di normalità e della vita stessa. La caratteristica della Body Art degli anni ’70 è il contenuto ideologico di ribellione contro la morale comune; molto importante è anche l’esaltazione di connotazioni sessuali. Il linguaggio del corpo degli anni ’90, pur rimanendo cruento e mortificante, muta, non ha più quella connotazione ideologica degli inizi ed aggiunge nuovi significati: le identità mutanti, l’ibridismo e le contaminazioni tecnologiche.Per chi desideri ulteriori approfondimenti sulla Body Art, molto acuto ed approfondito è il testo di Lea Vergine “Il corpo come linguaggio. Body Art e storie simili.”, edito per la prima volta nel 1974.

 

 

 

Dal 24 Gennaio 2014 al 31 Dicembre 2014MILANOLUOGO: Museo DiocesanoCURATORI: Lucia Tarantola, Paolo Biscottini, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di MilanoCOSTO DEL BIGLIETTO: intero € 8, ridotto € 5, scuole € 2, il martedì € 4TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 02 89420019E-MAIL INFO: info.biglietteria@museodiocesano.itSITO UFFICIALE: http://www.museodiocesano.itCOMUNICATO STAMPA: Da venerdì 24 gennaio 2014, il Museo Diocesano di Milano ospiterà una nuova sezione della sua collezione permanente. Si tratta di 105 disegni, donati da Antonio Sozzani nel 1998, per lascito testamentario.Antonio Sozzani (1910-1998), il cui nome è legato alla storia della finanza milanese per aver gestito, tra gli anni sessanta e settanta, alcuni dei più importanti istituti bancari, è stato per tutta la sua vita un attento collezionista di dipinti, con una specifica attenzione all’Ottocento francese. E’ poi stato Giovanni Testori a consigliargli di inserire la sua passione collezionistica in un progetto rivolto all’acquisizione di importanti disegni, di cui Testori stesso, molto amico di Sozzani, si assunse la guida scientifica.La raccolta Sozzani è costituita da disegni databili dal XV al XX secolo, eseguiti da artisti principalmente italiani ma anche stranieri, soprattutto francesi.Tra questi, per la sezione antica, spiccano i nomi di Matteo Rosselli, Jacopo da Empoli, Raffaello, Luca Cambiaso, Bartolomeo Passerotti, Ludovico Carracci, Guercino, Elisabetta Sirani, Gian Lorenzo Bernini, Carlo Francesco Nuvolone, Francisco Goya, e altri ancora.Cospicuo è anche il nucleo di disegni attribuiti a maestri dell’Ottocento francese e dell’Impressionismo, come Jacques Louis David, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Camille Corot, Eugène Delacroix, Théodore Gericault, Gustave Courbet, Édouard Manet, Auguste Rodin, Edgar Degas, Pierre Renoir, Camille Pisarro, Paul Gauguin, Vincent van Gogh.Per il Novecento sono presenti alcuni lavori di autori quali Lucio Fontana, Jaques Lipchitz, Marcello Dudovich, Jean Cocteau, Balthus, Salvatore Guttuso, Toti Scialoja, Graham Sutherland.In occasione e in previsione della loro esposizione, tutte le opere - e le cornici che le contengono - sono state sottoposte a un accurato restauro che ha restituito loro la piena leggibilità. L’importante intervento sui disegni è stato affidato a Lucia Tarantola e diretto da Paolo Biscottini, direttore del Museo Diocesano con la supervisione dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Milano.L’apertura di questa nuova sezione sarà accompagnata da un catalogo scientifico (Sassi editore) che proporrà, oltre ai saggi introduttivi sulla storia e sullo studio scientifico della collezione Sozzani, la pubblicazione integrale dei disegni, quasi tutti inediti, corredata da una documentazione fotografica e da schede scientifiche in cui si darà conto delle eventuali notizie storiche relative all’acquisizione dei disegni stessi, del loro stato di conservazione e di una lettura stilistica. Il catalogo si concluderà con una ricca appendice in cui si spiegheranno le problematiche conservative e gli interventi di restauro.SCARICA IL COMUNICATO IN PDFVAI ALLA GUIDA D'ARTE DI MILANO

Matteo Rosselli

Le 10 mostre d'arte da non perdere nel 2014: Frida Kahlo, Vermeer, Klimt, Matisse.

 

L'anno che è appena iniziato si preannuncia imperdibile dal punto di vista artistico. Tanti i capolavori dell'arte internazionale che raggiungeranno l'Italia per mostre itineranti che entreranno nei musei del Belpaese, percorrendolo da nord a sud. Ad aprire le danze, come ricorda il calendario stilato e pubblicato dalla rivista online darlingtodo.com, sarà "La Ragazza con l’orecchino di perla" di Johannes Vermeer, che sarà esposta a Bologna, Palazzo Fava, dall’8 febbraio assieme ad un corposo numero di opere della golden age olandese.Ma non solo. A febbraio due grandi artisti, uno a Roma l'altro a Venezia, promettono spettacolo. Alla Gallerie Borghese, il giorno 4 apre al pubblico “Giacometti. La Scultura”. Saranno esposte una quarantina di opere di Alberto Giacometti, ovvero del massimo rappresentate della scultura del ‘900 e l’unico scultore le cui opere sul mercato competono a suon di molti zeri con le pitture dei grandi del secolo. La Laguna invece, presso il Museo Correr ospiterò prima una mostra su Fernand Leger e la visione di città contemporanea presente nelle opere del pittore cubista. Poi al Museo Fortuny dall’8 marzo l’esposizione Dora Maar, Nonostante Picasso; una mostra delle immagini della fotografa passata alla storia soprattutto per essere stata l’amante e la musa del genio di Malaga.E poi ancora Frida Kahlo, a Roma presso le Scuderie del Quirinale dal 20 marzo 2014 al 13 luglio 2014 e Matisse, al Palazzo dei Diamanti a Ferrara dal 22 febbraio al 15 giugno 2014: la figura, la forza della linea, l’emozione del colore del genio.

                LÉGER 1910-1930. LA VISIONE                                      DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA

   Dal 08 Febbraio 2013 al 02 Giugno 2014VENEZIA - Museo Correr

La visione della città contemporanea

 A Léger e alla straordinaria esperienza artistica dell’Avanguardia europea, sviluppatasi nello stimolante ambiente della Parigi del primo dopoguerra del Novecento, la Fondazione Musei Civici di Venezia, in collaborazione con The Philadelphia Museum of Art, dedica una grande mostra che affronta il tema della rappresentazione della città contemporanea. Una grande mostra affronta il tema della rappresentazione della città contemporanea attraverso le opere dell’artista francese."Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna lo ha richiesto…La vista dal finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose.Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo…La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”.

                   

                                                                                                                                        Fernand Léger

POMPEO MARIANI.  IMPRESSIONISTA            ITALIANO

L’esposizione presenterà 100 capolavori di uno dei principali esponenti della pittura italiana dell’Ottocento, in grado di ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera artistica.Dal 28 febbraio al 3 maggio 2014, la Galleria Bottegantica di Milano ospiterà la mostra dedicata a Pompeo Mariani (Monza, 1857 – Bordighera, IM, 1927).L’esposizione, organizzata in collaborazione con la Fondazione Pompeo Mariani di Bordighera e curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi, presenterà 100 capolavori, provenienti da importanti collezioni private italiane e straniere, in grado di documentare la ricerca di soluzioni stilistiche nuove e moderne e la varietà delle tematiche affrontate da uno dei principali esponenti della pittura italiana dell’Ottocento.Pompeo Mariani fu felice interprete della società di cui fece parte, ne seppe cogliere l’eleganza e le sfumature più vitali; attraverso una tecnica coloristica vivace e armoniosa, rappresentò nei suoi quadri una molteplicità di soggetti che spaziano dalle vedute del parco di Monza a quelle del porto di Genova, dalle marine in burrasca di Bordighera alle sale affollate del Casinò di Montecarlo, sino alle sconfinate distese verdi delle lanche del Ticino. Tra i temi dipinti dall’artista vi furono anche i teatri, i caffè, le corse dei cavalli; luoghi preposti alla vita sociale, palpitanti di volti umani e ricolmi di quel dinamismo e di quella fiducia nel progresso che hanno caratterizzato gli anni ruggenti della Belle Époque.

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