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Frequenta la Scuola del Libro di Urbino, fra le più rinomate per l’arte incisoria.
Successivamente si dedica ad un intenso tirocinio che lo conduce non soltanto alla piena acquisizione dell’antica arte della calcografia, ma anche alla consapevolezza delle proprie aspirazioni artistiche.

La sua accreditata fama di grande incisore lo porta a collaborare con importanti artisti contemporanei come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro (con il quale realizza il libro-scultura "De Cantare Urbino"), Walter Valentini (insieme al quale realizza il libro-oggetto "Dante Anarca") e, ancora, Giò Pomodoro, Mario Ceroli, Emilio Tadini, Mimmo Rotella, Eliseo Mattiacci, Edgardo Mannucci e Giuseppe Santomaso.

Nel frattempo, inizia a dedicarsi con impegno alla pittura e alle sculture su legno.



PERIODI E SOGGETTI

Accanto a misurate composizioni astratte articolate mediante forme geometriche di chiara evidenza plastica, l’artista presenta una serie di lavori di inclinazione romantica recanti come motivo ispiratore la luna che, con fantasiosa suggestione, si dispiega in continue variazioni al mutare delle stagioni nei suoi vagabondaggi lungo la quinta celeste.

La maestria si confonde volutamente con l'ispirazione ed ecco che le sue linee precise e sudate traducono le immagini e le emozioni dell'anima, cerchi prefetti sono allo stesso tempio forme geometriche e lune sognanti sospese nell'etere. Serafini opera sia su tela sia su legno e pietra.



TECNICHE: polvere di marmo, acrilici e smalti su tela; polvere di marmo, acrilici e smalti su legno e pietra arenaria.

 

 

GIULIO SERAFINI

Biografia 

                                            LA STAGIONE COME TEMPO INTERIORE di Paolo Levi

 

L’astrazione di Giulio Serafini ha attinenze sofisticate, quasi romantiche, del tutto inedite; non solo egli esce dagli schemi, liberandosi dai modelli codificati, ma il suo volo alla scoperta del cielo notturno è come il canto solitario di un Pierrot Lunare. Il tempo per lui è la misura dei cicli terrestri e solari. Poeta della tavolozza ma anche nella sensibilità dei titoli significanti delle sue composizioni, la sua stesura pittorica, dal raffinato gioco tonale, va intesa come un sentimento di rigenerazione. Si tratta di una serie di momenti pittorici, da leggere come l’immanenza di profonda partecipazione. L’artista utilizza il proprio strumento di lavoro per apporre con sensibilità i colori sul supporto, percorrendolo secondo un misterioso ritmo interiore, ridisegnando, con una scrittura semigeometrica, tonale e con taglio espressivo antinaturalistico, l’immanenza temporale dei corpi celesti. Questo pittore opera attraverso il filtro dell’astrazione, alla ricerca di uno stato d’animo, evocando scansioni figurali e allusive di cerchi, semicerchi, giocando con le matrici tonali, e guidando il gesto di stesura in modo programmato. Il ritmo segreto dei suoi cieli onirici inizia da un flusso di coscienza e si traspone nel gesto creativo, svolto come un percorso di momenti improvvisi e di meditazioni tradotte in ombre e luci. La sua ricerca, prima ancora che una risposta nei confronti del visibile non raggiungibile, è una tensione verso la trascendenza. Sulla tela il suo pigmento gode di un’inedita durata vitale. La risposta che giunge da queste composizioni non è certo confinabile in classificazioni di stile, in quanto è musicalmente astratta. I segni e le masse vibrano di toni, essendo il prodotto di sovrapposizioni e contrappunti armonicamente orchestrati. Tra la partecipazione dell’artista alla materia segreta del tempo e la sua materia astratta, si percepisce l’effetto di un patto segreto, o di una sorta di idillio che, a livello di narrazione, si sottopone allo sguardo come poesia visuale. Si dispiega così la forza di un’apparizione portatrice di messaggi , nati da una coscienza solare, dopo aver intrecciato un dialogo fra la propria interiorità e il cielo. In queste geometrie che alludono alla luna e al sole c’è tutta la ricchezza dell’universo che, riflettendosi sulla terra, diventa la struttura portante di una costruzione astratta, ma significante come un presagio di infinito. Il modo di comunicare di Serafini è immediato e spontaneo, ma la sua vera qualità pittorica sta nell’aver abbandonato il gesto come comportamento oggettivo e diligenza esecutiva, per privilegiare una capacità innata di raccontare le sinergie segrete fra i corpi celesti e l’effusione del colore. Al limite estremo di una spiritualità persino eccessiva, ci si trova qui di fronte a una vocazione, più che a un atteggiamento creativo, che sembra portare l’artista a celebrare un’intima solitudine meditativa e luminescente; una solitudine senza dubbio appagante, che è forse la consapevolezza della condizione umana eternamente in bilico, secondo l’abbagliante definizione di Pascal, fra il nulla l’infinito. I suoi lavori sono fatti di suono e di colore, trattenuti entro la segretezza dei toni, ma insieme contenuti nei confini di una scrittura geometrica che spesso allude alla figurazione. In ogni sua opera, dove spesso domina la magnificenza del rosso, e dove il gesto pittorico è fermo e delicato come quello che guida l’archetto di un violino, vibrano i rapporti segreti fra forma e materia, visualizzati in una sorta di danza circolare, in una coniugazione dei ritmi arcani di un altrove situato molto lontano – o forse molto vicino, per chi sa percepirlo.

 

 

 

 

                                LO “SPAZIO” DI GIULIO SERAFINIdi Raffaella Zavatta 

 

Luce compagna in una notte serena, piena, mezza, un quarto, una falce, quasi scompare, presenza da sempre nella vita dell’uomo, ritratta in ogni sua parvenza, in ogni sua fase. La luna, evocatrice di antichi misteri, regina delle maree, simbolo della serenità del riposo, inquietante richiamo alle tenebre della notte. Guardarla, osservarla rievoca antiche emozioni, risveglia memorie, apre, prima porta, la più vicina, la mente e l’animo alla vastità dell’universo a cui apparteniamo, di cui siamo parte.Giulio Serafini, quella luna l’ha presa per noi, ce l’ha condotta vicino, perché possiamo sentirne la forza fisica, materiale, perché possiamo avvertirne la fisicità e, quasi in un vortice, farci rapire nel più profondo dell’animo. Serafini, con la sua maestria, che è tale e tanta solo se commista all’emozione e al sentimento, è abile guida nell’universo che è il nostro, che è vasto, immenso, forse infinito, che ci fa sentire così piccoli, ma grandi, pieni di immensità. La forza stessa che questo “maestro dell’incidere” imprime ai propri gesti nella creazione di ogni parte dell’opera, lavorando su materiali duri come la pietra, o duttili come il legno, dona ad essa il potere di sprigionare energia.Quella di Serafini è una storia artistica particolare e importante. Particolare perché è stato il collaboratore, ma forse sarebbe meglio dire l’alter ego, di alcuni grandi Maestri della storia dell’arte contemporanea italiana, che avvalendosi della sua abilità di incisore, hanno presentato opere grafiche eccelse. Importante perché la sua capacità di essere contestualmente maestro e allievo di vita ed arte, di apprendere e, una volta appreso, insegnare, consigliare per ottenere il risultato migliore, in un continuo scambio di informazioni, sperimentazioni, ricerche, sensazioni, sentimenti, è virtù assai rara, soprattutto oggi, quindi importante. E lo spessore artistico che deriva dalle sue esperienze è quella chiave capace di spalancare la soglia di attenzione in chi ha la possibilità di osservare le sue opere da vicino, di apprezzarne la matericità e i cromatismi, di avvertirne l’energia. Energia emotiva, ma anche fisica, richiamo ancestrale ma anche proveniente dal futuro.

Giulio Serafini "Rileggendo il Cielo"Acrilici e poveri di smalto su tela cm 100 x 100

.Giulio Serafini "Guaceto"acrilici e polveri di marmo su telacm. 80x80           

  .Giulio Serafini "Ri-salendo il Cielo"Acrilici e poveri di marmo      su tela cm. 100X100

 

 

 

 

 

 

Per Assisi     Acrilici e polveri di marmo

Assenza    Acrilici e polveri di marmo

Ripassa    Acrilici e polveri di marmo

Orizzonte     Acrilici e polveri di marmo

StuporeAcrilici e polveri di marmo

Luna Rubra   Acrilici e polveri di marmo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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