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MAURIZIO LABIANCA 

CENNI CRITICI

Aldilà d'ogni possibile apparente, aldilà della "siepe", osserva l'uomo ch'è in te. —  LBNMRZ48h23

Maurizio Labianca è un artista che ha lavorato per molto tempo con estrema discrezione e cautela . Non che i temi che affronta sono da considerare marginali o minori. Tutt'altro ! Anzi va detto subito che ci troviamo di fronte a un artista estremamente serio e impegnato che affronta da sempre il proprio lavoro con totale dedizione e che si immerge in argomenti di grandissima rilevanza per ogni uomo .Ma il fatto è che per La Bianca l'attività dell'artista è prima di ogni cosa attività di ricerca che richiede lunghe e sofferte fasi di maturazione interiore e meditati tempi di stesura. Così è rimasto fino a tempi recentissimi in una posizione appartata..., relativamente lontano dalla critica militante, concentrato in se stesso , a colloquio solo con pochi intimi amici , di niente altro desideroso che di approfondire sempre più ciò gli preme dentro.Oggi si può vedere ciò che ha fatto fino ad ora rintracciando periodi diversi e momenti di attenzione particolare su questo o quell'altro aspetto, e risulta evidente una personalità compatta , consapevole di se , estremamente onesta e generosa nel suo fare arte .Detto molto semplicemente La Bianca è un artista che concepisce l'opera d'arte come una sorta di scandaglio della coscienza , una indagine in se che non è, però, vuoto narcisismo ma. all'opposto, tensione verso un discorso universale che sia in grado di parlare a tutti senza rinunciare ad un pronunciatissimo linguaggio personale intenso quanti altri mai .Chi si ponga davanti a queste immagini , spesso ardue e sconcertanti , avverte subito la componente " umanistica " del Maestro che sembra voler sprofondare nelle più immediate pulsioni dell'essere umano cavarne una sostanza di verità divenuta per lui il fine stesso dell'arte .Naturalmente la sequenza delle opere di La Bianca dimostra come la meta che il Maestrovuole attingere sia da un lato costantemente a portata di mano e dall'altro costantemente sfuggente come se ogni opera significasse, rispetto all'altra , uno spostamento progressivo verso la pienezza e una soddisfazione che non possono in realtà essere attinte. Una pittura come questa, fatta di slanci continui e di continue ansie esalta e inquieta . C'è una evidente ragione : Maurizio La Bianca è un uomo del nostro tempo , che conosce bene tanti aspetti dell'arte contemporanea, ma non è propriamente allievo o epigono ( per sua fortuna) di nessuno e se qualche eco di certa pittura surrealista o addirittura informale è però lecito avvertirlo, si vede bene come non si sia rivolto a una trafila accademica e non abbia mai avuto di mira niente altro che non fosse la propria ispirazione. Le immagini tornano spesso da un dipinto all'altro , come se certi stati d'animo e certi " personaggi" si inseguissero senza sosta reinventando se stessi e il proprio universo mentale . Nel corso della sua carriera fino a questo momento si sono visti nell'immaginario di La Bianca temi e sigle ricorrenti che si sono rimescolate nella sua fantasia sempre in nome di un superiore principio morale .Si potrebbe dire che , in sostanza, è proprio la sfera dell'etica e del comportamento che fungono da basi fondanti della sua ricerca . Come se volesse cogliere una quintessenza che appare e scompare dall’orizzonte fantastico di ognuno di noi e che il Maestro ha saputo ricercare con acume e una passione che hanno pochi confronti nel panorama artistico attuale. C’è in La Bianca uno spirito antico il Maestro stesso, parlando del suo lavoro, avverte la sensazione di proporre una sorta di Rinascenza ideale, quasi un ritorno non tanto alla classicità quanto alla costanza della coscienza latente in ciascuno e proiettata verso il futuro, in una inesausta tensione in cui sembra risiedere gran parte del fascino che promana dall’insieme della sua opera.La Bianca presenta oggi una ampia scelta delle sue opere, uscendo da un riserbo che ha mantenuto con incredibile costanza per tanti anni, raccogliendo qualche nucleo di sue opere e dando un’idea del suo lavoro. Il nostro Maestro è persona dalla discrezione esemplare e, insieme, dalla volontà ferrea . Le sue idee sull’Arte e sulla sua stessa produzione sono nette e precise, eppure raramente ho incontrato un artista più restio a costruire una mostra e a immettere sul mercato le sue cose. Come se avesse sempre sentito la necessità di non separarsi dal flusso continuo delle sue opere, quasi fossero tutti suoi figli da mantenere e da vigilare con amorevole dedizione.In una occasione espositiva precedente avevo notato come “nel corso della sua carriera fino a questo momento” (in riferimento è a un paio di anni fa…) si sono visti nell’immaginario di La Bianca temi e sigle ricorrenti che si sono rimescolati nella sua fantasia sempre in nome di un superiore principio morale. Ein effetti, è proprio l’idea della moralità dell’arte quella che segue tutto il cammino di Maurizio La Bianca e che ce lo ha reso raro, avendo constatato in lui una inflessibile volontà di esprimersi e essere se stesso rispetto a quelli che gli sono sempre sembrati i grandi problemi dell’Arte.La sua pittura è morale nel senso che riflette in maniera esemplare i dubbi, i sentimenti, le aspirazioni i n uomo che non ha altro scopo che quello dell’espressione. L’Arte è, si osserva, per lui un flusso continuo che passa da una frase all’altra ma che ha sempre di mira un tema fondamentale e basilare: l’indagine delle aspirazioni e delle pulsioni dell’essere umano, ricercato nella sua semplice essenza che il Maestro ricorrente con l’antica idea dell’Umanesimo in senso proprio e che è, in effetti, una forma di moderno umanesimo che non ha tanto una struttura filosofica religiosa di base, quanto una forte volontà di comprensione.Così c’è in La Bianca un’idea profonda e attuale quella della ricerca di una continuità tra passato, presente e futuro che convivono in qualche modo nella sua forma artistica. Questa, fatta di slanci e ripensamenti, di accensioni e delusioni, di proiezioni in avanti e ritorni… , è una metafora di un lungo cammino che si nutre di una scienza particolarissima, quella del colore e della forma, su cui il Maestro lavorava con certosina pazienza che forse contraddistinse tante forme d’arte del passato.Difficile trovare una scansione cronologica precisa per queste opere che sono compresenti e tutte figlie di un’unica ispirazione; robusta e delicata insieme, ma sempre sincera e generosa.Per questo l’artista è facile pronunciare il termine “fantasia”. E, veramente, un orizzonte fantastico sconfinato si apre di fronte a chi osserva il suo lavoro. Forme che si compongono e si scompongono, lampi cromatici che attraversano lo spazio, talvolta dotati di una forma specifica, talvolta totalmente informali, scandagli gettati, anche con inquietudine, a indagare sulla coscienza, sui grandi sentimenti, su quello che il pittore pensa possa essere il destino stesso della sua arte. E’ questa è una pittura difficile al primo approccio, non dotata di quegli elementi di gradevolezza potrebbero sembrare orpelli necessari della forma estetica, ma, in realtà, alla lunga estremamente remunerativa, a condizione di entrare in questo mondo intricato e ricco di riferimenti non sempre facilmente comprensibili. Dall’altra parte scopo dell’arte, pensa La Bianca, non è quello di semplificare né quello di compilare le cose. Scopo dell’arte è quello di raggiungere un punto di formulazione possibile al di là del quale la forma assuma aspetto comunicativo.L’artista vuole comunicare con estrema pregnanza e la sua pittura diventa un linguaggio proprio e non fungibile. In questa esposizione ci sembra di poter dire che La Bianca si presenta con pienezza di qualità e con ampiezza di orizzonti tanto da dover affermare che un Artista fino a questo momento avulso a farsi conoscere è oggi manifesto in tutta la sua capacità creatrice. Avevo già osservato in altra occasione come in La Bianca ci sia uno spirito antico che lo porta al concetto di un perenne rinascimento sedimentato nell’animo di ognuno di noi e che egli cerca di riportare costantemente alla luce nella struttura generale del suo lavoro. Ci sembra di poter dire che questa mostra sia la migliore testimonianza in tal senso di un impegno che negli anni è cresciuto e che lascia ampi spazi dove poter attingere ancora nuove mete.

                                                                   

                                               Prof.re Claudio Massimo Strinati, storico dell'arte e direttore del ministero dei beni culturali di Roma.

Dentro il gioco della virtualita' (1978) - olio su tela - cm 180 x 160

 E l'acqua si perse nell'acqua... . (And the water was lost in the water ...) - 2011 - olio su tavola - 140 x126 

Leggende e passioni.. 1993 - olio su tela e tavola - cm. 60 x 120

 Luce dall'immaginifico... -1995 - olio su tavola - diam. 40 cm.

Giunti ad Alessandria - (Arrived in Alexandria) - 2011 - olio su tavola - 70 x 90 cm.

 luce dall'immaginifico... -1995 - olio su tavola - diam. 40 cm.

"Metamorfosi di un artista..." - (1982) - 100 x 80 cm - tecnica mista)

" SCACCO ALL'IMPONDERABILE " OLIO SU TELA  185X160 CM

" L'ATTESA " OLIO SU TELA  150X100   2013

" A GUARDIA " olio su tavola 62x126 cm

L'abisso delle memorie... (The abyss of memories)- 1997 - olio su tavola - 180 x 165 cm.

" FUTURE VISIONI ARCAICHE " OLIO SU TELA 2013  150x100 cm

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