top of page

MAGAZINE - MANGIA ITALIANO - CUCINA ITALIANA 

 

 

 

 

 

 


Nel 2011, la guida Michelin, attribuiva tre stelle a un solo ristorante italiano nel mondo: 8 ½ Otto e Mezzo Bombana di Hong Kong, aperto nel 2009 dallo chef bergamasco Umberto Bombana, dopo la chiusura dell’Hotel Ritz Carlton in cui si trovava il suo famoso ristorante Toscana. La città nipponica infatti è ossessionata dal cibo e proprio qui la cucina italiana si è andata affermando negli ultimi anni come scelta gastronomica di lusso, con una serie di proposte di alta gamma. 8 ½ Otto e Mezzo Bombana, ha così trovato posto in una nicchia della centrale Alexandra House. E il suo successo è derivato in un 8 ½ anche a Shanghai.

Sempre a Hong Kong, Sabatini - in The Royal Garden, 69 Mody Road,Tsim Sha Tsui East, Kowloon – offre un menu da fare invidia ai ristoranti stellati e un servizio impeccabile. Cibo squisito con piatti della tradizione con un giusto tocco di ricercatezza, preparati con grande sapienza. Qui non solo si mangiano i veri piatti italiani, ma si gusta un livello molto alto di cucina.

L’Occidente sulle tavole orientali anche a Pechino. Nell’hotel a cinque stelle Grand Hyatt Beijing, i gestori hanno scelto la cucina italiana per il loro ristorante di stile occidentale e assunto cuochi dall'Italia per garantirne la qualità.

Il ristorante Gisa, situato presso l'ingresso occidentale del Parco Chaoyang, nel distretto omonimo di Pechino, è uno dei primi ristoranti italiani della città. Famosi gli spaghetti (ce ne sono 100 tipi) preparati utilizzando tipi diversi di pasta, con l'aggiunta di svariate salse e condimenti ai frutti di mare, manzo, verdure e spezie.

New York 128 ambasciatori del gusto italiano adesso possono fregiarsi del marchio “Ospitalità Italiana, Ristoranti italiani nel mondo”. Negli Stati Uniti, ormai da anni, la gastronomia italiana è in continua crescita: ricette, piatti particolari, a casa, e soprattutto fuori, l’italianità a tavola non ha più rivali.

Tra i ristoranti, Sirena si trova in Beverly Boulevard, nei locali che fino a qualche mese fa erano occupati da Pane e Vino. Gestito dallo chef Sandy Gendel con i partner Jeremy Strubel e Kenneth Curran propone una cucina che punta soprattutto sul pesce, in stile Mediterraneo e a differenza dei ristoranti americani dove il burro l'ha sempre fatta da padrone, Sirena, ha nell'olio di oliva uno degli ingredienti principali. Altro nome conosciuto tra gli abitanti di Los Angeles è Casa Nostra che quest’anno ha raddoppiato con un nuovo locale in downtown.

Si chiama Bestia e sotto l'insegna di “ristorante italiano” si è rivelato come l'avvenimento gastronomico più importante dell'anno scorso. Ma non è stato l'unico perchè nella vezzosa Venice è arrivato Superba Snack Bar: qui si trovano i bucatini alla carbonara, ma anche le tagliatelle. E il piccolo ristorante si è aggiudicato anche il premio “Eater LA's Chef of the Year award”.

Nel Missouri, a St. Louis, due famiglie di ristoratori di origini italiane hanno invece unito le loro esperienze per un locale nuovo nel suo genere. Una sorta di fast food all'italiana dove gli arancini di riso, uno dei vanti della cucina siciliana, sono stati messi in cima al menu. E ancora Solo Trattoria aPhoenix, che fa parte di una catena di ristoranti che appartiene alla Gemstone Cafe Group, che ha il proprio headquarter a Chicago, senza dimenticare Osteria Mazzantini a Houston.

Londra, al 131 di Stroudt Green Road, Islington, Pappagone propone in grandi porzioni, pizza, ma anche primi paitti e ottimi secondi di carne e di pesce. Tra i migliori ristoranti italiani nella città della Regina vi sono sicuramente l’Enoteca Turi con i suoi vini prelibati, il Ristorante Semplice con la sua stella Michelin, l’intimo Giovanni’s, la Locanda LocatelliZafferano e naturalmente Assaggi, attualmente il più frequentato tra i tanti ristoranti italiani della città.

Nonostante il detto “la migliore cucina è quella francese”, Parigi pullula di ottimi ristoranti nostrani di successo: Fellini (47, Rue de l’Arbre-Sec) si trova accanto al museo del Louvre. Il menu lascia ampio spazio alla vera tradizione italiana, con un occhio di riguardo per i piatti tipici del Mezzogiorno. Il cibo utilizzato è sempre fresco, specialmente il pesce che fa da padrone di casa. Tra i piatti simbolo del locale, il risotto all’aragosta.

La Corte si trova al 320, Rue Saint Honorè. Gestito da due veri italiani, il ristorante si posiziona in una zona appartata del I arrondisement. La cucina proposta è tipica della Campania, con l’offerta delle migliori specialità napoletane, tra le quali svariate tipologie di pasta, dalle le pappardelle ai tagliolini agli asparagi, passando per gli immancabili spaghetti. Il pesce è sempre fresco. La specialità della casa sono indubbiamente le fragole alla crema di mandorle gratinate.

Da Monteleone (68bis, Avenue Jean Moulin) sarete accolti in un ambiente tipicamente italiano elegante e allo stesso tempo confortevole. Le note specialità della cucina del Bel Paese si affiancano alla scoperta dei vari piatti regionali ricchi di sapori unici. Ma oltre al cibo, ottima la carta dei vini che riporta con fierezza i colori e i profumi delle città d’Italia.

Berlino il ristorante Il Sorriso accoglie i clienti con un grande bancone disposto all'ingresso in cui è esposta una grande varietà di antipastini. Nel menu gli spaghettini con vongole e zucchine e i maccheroni al ragù bianco di salsiccia, crema di peperone e pecorino; il Tournedos alla Rossini (stagionale e non sempre disponibile), tenerissimo vitello insaporito con foie gras e tartufo, e il tortino di mandorle con marmellata di amarene e cassata siciliana.

Da Bocca di Bacco si possono assaporare materie prime di qualità sempre fresche: la pasta di Gragnano, il Prosciutto di Parma o San Danielemozzarelle di bufala del Napoletano, un sugo con il pomodoro del Piennolo che cresce nella terra vulcanica del Vesuvio. Masaniello è famoso per la pizza napoletana che non manca mai di basilico fresco. Alta come quella campana anche la pizza di ‘A Magica (Greifenhagener Straße 54  10437 Berlin Prenzaluer Berg).

Volando fino a Melbourne troviamo Grossi Florentino (80 Bourke St), elegante ristorante italiano gestito dalla famiglia Grossi. Non aspettatevi un menu a base di stereotipi: qui il baccalà si gusta con calamari, limone e crema di cipolle, e anche le orecchiette ricevono una rilettura tutta personale.

Sidney, L’Osteria Riva (1/96 Bronte Road, Bondi Junction) offre un’atmosfera intima e cibo tipico dell’Emilia-Romagna fatto in casa con ingredienti prodotti in fattoria locale. Tra i paitti forti glispaghettoni dell’Osteria al ragù d’Agnello. Al 73 di Dalhousie St, Haberfield, Napoli in Boccaappare come un ristorante semplice e tradizionale con un incredibile selezione di pesce, carne e pollo. Le specialità sono le pizze e le paste fatte in casa come la lasagna e i ravioli di zucca.

Limoncello (29 Bay Street, Double Bay) offre un ambizioso miscuglio di piatti tradizionali e moderni. Fra i secondi, gamberoni alla scottadito, nodino di vitello alle brace e 33 varietà di pizze cotte nel forno a legna. Pino’s Restaurant Pizzeria - al 49 di Willoughby Road, Crows Nest - ha un menu molto tradizionale. Dagli anni 60, Pino’s prepara paste, pizze, carne e pesce con grande successo. I lorosaltimbocca alla romana sono famosi quanto i cocktail come il negroni, e l’aperol spritz. 

 

 

Julia Roberts sul set di un film girato a Napoli ( Italy ) nella nota pizzeria di Michele.

Dal 1870 questa famiglia di pizzaioli ha perfezionato l'arte sopraffina di questo piatto imparandone i segreti dai famosi maestri di Torre Annunziata esperti nella lavorazio.ne della pasta e della lavorazione della pizza

 

 

 

La Banca Monte dei Paschi di Siena e il Comune di Orvieto hanno siglato oggi nella cornice di Palazzo dei Sette ad Orvieto un accordo operativo con la finalità di semplificare e facilitare l'accesso ai vitivinicoltori dell'Area. La DOC Orvieto esprime infatti da anni valori di eccellenza nel settore vitivinicolo nazionale e mondiale, diventando volano per il territorio e l'economia locale favorendo lo sviluppo di attività turistiche, artigiane, commerciali, culturali e del terziario.

Più concretamente, l'iniziativa prevede un plafond complessivo di 10 milioni di euro messo a disposizione da Banca Monte Paschi di Siena per finanziare le aziende del comprensorio per operazioni a breve o medio termine, con scadenza 31 dicembre 2010, fatto salvo lo specifico merito creditizio.
La proposta di collaborazione prevede, inoltre, apposite linee di prodotti bancari rivolti al settore vitivinicolo finalizzati in particolare a finanziare la ristrutturazione dei vigneti, le spese di conduzione aziendale di produzione e affinamento dei vini, ma anche di promozione e commercializzazione del vino, nell'intento di favorire un maggior ritorno economico per le imprese e per il territorio, promuovendo una sempre migliore qualità del prodotto, anche attraverso operazioni dedicate finalizzate a diluire e programmare meglio le normali vendite di prodotto e con l'obiettivo di contribuire a stabilizzare altresì i prezzi di mercato:

IL MERCATO STATUNITENSE PRESENTA GRANDIOSE OPPORTUNITA' PER L'EXSPORT E LA VITA DEI PRODOTTI ALIMENTARI ITALIANI.

 

 

 

 

 

 

La vendita dei prodotti alimentari italiani negli Stati Uniti ha sfiorato i 4 miliardi di dollari nel 2008.

Al di la' del dato numerico in se', quello che e' importante notare e' il cambiamento del modello di consumo di prodotti alimentari del mercato americano.

Negli ultimi 10 anni c'e' stato un forte orientamento verso cibi meno manipolati,piu' naturali, biologici, meno industrializzati.

Questa tendenza ha favorito e continua a favorire la vendita di prodotti alimentari italiani: dal vino, all'olio,alla pasta, alle conserve, sughi, marmellate e miele.

Il consumatore americano si e' accorto che il cibo

" MADE IN ITALY "  e' buono.

E' una grossa opportunita' per le aziende italiane che vogliono esportare alimenti in America. 

Nel mezzo della crisi, l’agroalimentare “made in Italy” non solo non si arrende ma crea nuove opportunità oltreoceano, con prodotti come vino e pasta che continuano a scalare posizioni attestandosi ai primi posti dell’export mondiale. Solo nella prima metà dell’anno, infatti, le esportazioni extra-Ue sono cresciute dell’11,6 per cento per i prodotti alimentari e del 15,6 per cento per quelli agricoli. Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi venerdì 6 settembre dall’Istat. Un risultato che è trascinato dalle performance in Asia e in America - spiega la Cia - dove la domanda di prodotti italiani cresce a ritmo sostenuto anno dopo anno. Soprattutto in Cina il “made in Italy” registra aumenti da record: tra gennaio e maggio 2013 l’export di vino, pasta, olio e formaggi è aumentato del 22,9 per cento; quello dei prodotti freschi dell’agricoltura addirittura del 65,3 per cento. E' quanto si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Cia nazionale il 6 settembre 2013 e che riportiamo integralmente.


A portare avanti il tricolore nel mondo c’è innanzitutto il vino, le cui vendite all’estero sfioreranno quota 5 miliardi a fine anno. D’altra parte, solo in Russia nei primi quattro mesi del 2013 - ricorda la Cia - l’export delle nostre bottiglie ha fatto un balzo storico a +338 per cento. Ma anche pasta e ortofrutta vanno a gonfie vele sui mercati al di fuori dell’Ue. Per esempio, nella prima parte dell’anno le vendite di spaghetti, rigatoni, tagliatelle e tortellini sono cresciute del 61 per cento negli Stati Uniti e del 127 per cento sempre in Russia - aggiunge la Cia -. Quanto all’export di frutta e verdura, che già vale circa 4 miliardi di euro, ha ancora un enorme margine di crescita da “sfruttare”, visto che la domanda mondiale, sostenuta proprio dai paesi Bric, è passata da 70 a 170 miliardi di dollari in pochi anni.

 

BOOM DI EXPORT DI VINI ITALIANI IN CINA E RUSSIA.

Assegnati da " GO WINE " i riconoscimenti della serata dedicata ai superwines.

Una qualificata partecipazione di 40 aziende vinicole di diverse regioni italiane, prodotti di nicchie italiane ad accompagnare le degustazioni, una platea di operatori professionali ad animare la prima parte dell'evento e poi l'appassionato pubblico di Bologna ad assaggiare e conoscere da vicino grandi interpreti del vino italiano.

 

 

 

 

 

LOS ANGELES COME NAPOLI.

 

 

 

 

 

Nel cuore di Beverly hills un angolo di Italia, da Napoli i migliori cibi di un " MADE IN ITALY " DOC, uno scorcio enogastronomico degno della migliore cucina mediterranea.

Ad aprirci questo scorcio e' il noto ristorante di Pasquale Morra impegnato da piu' di 20 anni per assicurare ai degustatori di Los Angeles le nostranita' di un'alimentazione leggera e naturale ma al contempo ricca di gusto e colore che e' tipico della cucina napoletana.

Pasquale con la sua esperienza vitae e' riuscito a dare lustro non solo alle nostre tradizioni ma anche alla tipica ospitalita' italiana che in special modo a Napoli riesce a mediare il gusto con l'amicizia.

Sentirsi a proprio agio e degustare una vera pizza napoletana, un piatto di carne o pesce, oltre ad altre innumerevoli portate come la pasta fresca fatta in casa o dolci tipici Campani, e' una ricchezza che pochi riescono a ritrovare in altre diete alimentari.

Gli americani sempre di piu' cominciano ad apprezzare prodotti made in Italy cosi' come i vini dalle fragranze nostrane arricchiti dal sole italiano e dai retrogusti fruttati della nostra amata Italia.

La storia e' ricca di virtuosi poeti che decantano il nettare degli dei cosi' come il saper fare l'amore con il cibo che diventa non solo un modo di mangiare sano ma anche una bellezza da guardare, una vera opera d'arte, un incanto anche per i piu' esigenti.

                 G.Colombo.

Cari buongustai, senza nulla togliere al bacalhau e alla sardinha, la cucina italiana è una delle meraviglie che tutto il mondo invidia al bel paese. Chi non ha mai provato la vertigine di una parmigiana di melanzane, o la purezza di un piatto di tagliatelle di pasta fresca, o la libidine di una fiorentina da 700 grammi, si è perso alcuni dei motivi per cui vale la pena vivere. E chi vive in terra portoghese sa quanto sia difficile scovare tali tesori lontano dallo stivale e quanto al contrario sia facile imbattersi in imitazioni strampalate, che dei piatti originali non riescono a replicare neanche il nome scritto sui menu’.

 

VERSO IL 2015, LA CULTURA DEL VINO ITALIANO NEL MONDO.

S’ispira alla celebre Campbell’s Soup di Andy Warhol la locandina di Convivio A Tavola tra cibo e sapere, il ciclo d’incontri organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera ed Expo 2015, ormai arrivato alla terza edizione.

di Antonella Armigero | 12 gennaio 2014

Antropologia, medicina, economia e società s’intrecciano con il cibo e saranno oggetto di 6 lezioni condotte da relatori illustri per prepararci al meglio a Expo 2015.
Ad aprire l’edizione 2014 l’incontro dal titolo Il cibo che siamo tenuto da Marco Aime, professore di Antropologia culturale all’Università degli studi di Genova. Partendo dalla frase di Feuerbach “Siamo quello che mangiamo”, è possibile riflettere sull’importanza del cibo come elemento fondante della nostra identità. Declinato nelle sue infinite varianti, esso diviene la metafora perfetta della nostra società e delmelting pot che la contraddistingue.

Le tante contraddizioni insite nelle abitudini alimentari degli italiani sono al centro del secondo incontro di gennaio dedicato al Politeismo alimentare introdotto da Giuseppe De Rita, direttore del Censis, Centro Studi Investimenti Sociali. Un’indagine accurata sulla nostra capacità di mischiare prodotti Igp o Dop con quelli precotti o in scatola, dimostrando abitudini alimentari e d’acquisto mutevoli e sempre più equo sociali ed eco sostenibili

 

 

 

 

 

 

MANGIANDO ARTE PER CREARE CULTURA

 Un gruppo di turisti giapponesi che dimostrano di gradire il piatto simbolo della dieta mediterranea, ora patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco: non c'è immagine più adeguata per capire fino in fondo le motivazioni che hanno portato la agenzia delle Nazioni Unite ad includere la dieta di casa nostra nella lista. Come chiarito anche da Pierluigi Petrillo del Ministero delle Politiche Agricole lo scorso 5 novembre a Roma, in occasione del simposio FAO Biodiversity and Sustainable Diets, la Dieta Mediterranea va infatti riconosciuta nella sua capacità di unire popoli diversi, culture diverse, tradizioni diverse: ovviamente, a tavola.

  Dieta Mediterranea Patrimonio dell'Umanità per l'Unesco

 Al di là dell'importante primato, vi sono poi innumerevoli ragioni salutistiche per abbracciare senza ritrosia una dieta di tipo mediterraneo. Sebbene non esista un unico modello di dieta mediterranea, è però ormai chiaro quali sono gli alimenti che la compongono e il rapporto tra gli stessi che caratterizza l'adeguato bilanciamento. A Nicotera, negli anni '60 ogni maschio adulto consumava circa 100 grammi di prodotti di origine animale (carne, latticini, uova) ogni 700 grammi di alimenti di origine vegetale o ittica (frutta e verdura, legumi, olio di oliva, vino, pesce). Le evidenze scientifiche protettive della dieta mediterranea sono davvero numerose. Dalla diminuzione (fino al 50-70%, vedi il Lyon Diet Heart Study) del rischio di malattie cardiovascolari, fino alla riduzione di diabete di tipo I e II, alla riduzione di cancro e al più recente filone di studi che la legherebbe anche alla riduzione di Alzeheimer, Parkinson.Ma la stessa mortalità diminuisce in modo significativo adottando una dieta di questo tipo. Insomma, il piacere di stare a tavola e di socializzare, insieme alla consapevolezza di farsi del bene. Un primato cui gli agricoltori italiani plaudono. E' importante che la dieta meditteranea sia stata tutelata, in un momento storico in cui anche l'Italia rischia di peggiorare le proprie abitudini alimentari, e con un aumento-stando ai dati OMS- della prevalenza di persone sovrappeso e obese nel corso degli ultimi decenni.

 

 

 

 

 

 

Dopo i 30.000 visitatori della seconda edizione torna Golositalia, esposizione nazionale dedicata all’eccellenza dell’enogastronomia italiana, alla ristorazione ed alle attrezzature professionali, prevista dall’8 all’11 Febbraio 2014 presso la Fiera di Brescia.Aperta al pubblico ed ad un ricercato gruppo di operatori del settore enogastronomico di caratura nazionale ed internazionale, la fiera è divisa in ben sei settori: food, vino, birra, ristorazione, attrezzature professionali e bio-vegano. In particolare, per l’edizione alle porte sono state ulteriormente incrementate le aree vino e attrezzature professionali.Perché visitare Golositalia?Confronto: a Golositalia il visitatore avrà modo di confrontarsi direttamente con i produttori ed i migliori fornitori del settore ristorazione e tecnologia ottenendo chiarezza immediata.Acquisti: sia il pubblico generico che gli operatori del settore potranno conoscere i prodotti, acquistarli ed effettuare ordini direttamente in fiera.Formazione e coinvolgimento: a Golositalia il visitatore potrà vivere la fiera a 360° partecipando ai vari appuntamenti in programma che permetteranno di approfondire le proprie conoscenze tramite corsi di degustazione, corsi di cucina, seminari, dimostrazioni in diretta, concorsi, incontri con operatori di settore ed altro ancora.Efficacia: una sinergia perfetta tra innovazione, tradizione e valorizzazione delle tipicità che accompagnerà il visitatore alla scoperta di nuovi sapori e nuove tecnologie. - - Ottimizzazione del denaro e del tempo: Tutto quello che avete sempre cercato in un unico luogo risparmiando tempo e denaro.La fiera sarà visitabile con il seguente orario: sabato 8 e domenica 9 febbraio dalle 9.00 alle 22.00, lunedì 10 e martedì 11 febbraio dalle 9.00 alle 19.00. Ingresso € 5.00.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Golositalia - Brixia Expo dall'8 all'11 febbraio 2014 - a Brescia va in scena l'enogastronomia italiana

              REIKI E CIBO  

     

 TRATTARE GLI ALIMENTI IL TRATTAMENTO REIKI DEL CIBO, DEGLI ALIMENTI:UN ALIMENTAZIONE CURATA CON SAGGEZZA ED ENERGIA

               La benedizione del cibo con il Reiki  

 Anche l'acqua che beviamo (vedi la Sezione Reiki e Acqua) e il cibo che mangiamo possono essere "energetizzati" con il Reiki, ovvero purificati e caricati della benefica Energia Universale.

                                 GRATITUDINE

 

 Per quanto riguarda il cibo il trattamento Reiki si configura come una benedizione, una spiritualizzazione della materia che ingeriamo. Il mangiare è quell'atto sacro che ci mantiene quotidianamente in vita e che purtroppo molti sul pianeta terra non possono celebrare come noi. Consideriamo dunque il mangiare per quello che è, conferendogli l'opportuna attenzione e adottando un atteggiamento di sacralità e rispetto per il cibo che ingeriamo. Tutto ciò che noi ingeriamo come cibo era vivo e dà la sua vita per mantenere vivi noi; davvero un grande dono di cui essere consapevoli e di cui essere grati! Ringraziare in cuor nostro gli animali e i vegetali che ci stanno permettendo di nutrirci è una cosa davvero importante. Mette le cose in una prospettiva di maggior rispetto e presenza

 

 

                                                  .ATTENZIONE

 

 Particolare attenzione e consapevolezza va dedicata anche alla scelta dei vari alimenti in termini di qualità: siamo in una società industriale che privilegia di gran lunga il profitto alla ricerca della qualità e questo dovrebbe farci stare sempre in guardia. Privilegiamo i prodotti di stagione anziché quelli che provengono da serra ed uso eccessivo della chimica, cerchiamo di leggere le etichette, limitando tutto ciò che ha troppi coloranti, conservanti e dolcificanti artificiali. Quando possibile cerchiamo prodotti di coltivazione biologica certificata o provenienti dall'agricoltura biodinamica. Certo questi cibi non sono immuni dalle scie chimiche oggi presenti sui cieli della maggior parte del territorio, ma è our sempre un buon passo rispetto all'acquisto di prodotti trattati con la chimica in modo scellerato. Probabilmente queste attenzioni richiedono tempo e denaro maggiore rispetto al buttare nel carrello di un supermercato prodotti a caso, ma in termini di salute ne veniamo certamente ripagati.

                 VIBRAZIONI E ATTEGGIAMENTO

Quando sei tu stesso a cucinare, e lo fai con amore, i cibi vengono già intrisi di vibrazioni positive. Basti pensare come gli stessi ingredienti, cucinati secondo le medesime ricette, ma da persone diverse sono capaci di dare risultati ben differenti.Se lo desideri puoi comunque trattare il cibo con il Reiki per un paio di minuti prima di consumarlo imponendovi le mani a 5-10 cm. di distanza.Se invece vai da parenti, amici, al ristorante o in pizzeria le cose cambiano: il cuoco potrebbe trasmettere il suo eventuale "cattivo umore" (la sua vibrazione del momento) ai cibi che sta cucinando e tu, mangiandoli, ne subiresti le conseguenze negative. Mettendo le mani ai lati del piatto (pratica che non dà nell'occhio) per ca. 1 minuto, trasformi le vibrazioni disarmoniche neutralizzandole e benedicendo letteralmente il cibo. Puoi così assorbirne i nutrienti e digerirlo in modo migliore. L'energia Reiki migliora vibrazionalmente la qualità e il valore nutrizionale di tutti gli alimenti e le bevande.Una volta mangiato di gusto, magari senza immagini violente alla TV, o tensioni a tavola (ricordiamoci che mangiare è un momento sacro!) anche appoggiare le mani sullo stomaco e sull’intestino ti facilita il processo digestivo e apporta sensibile benessere.

Buon appetito

 Gli americani scelgono l'olio italiano 

Come gli europei, anche gli americani cambiano gusti e stili di vita. Non è un caso se l'olio nostrano è tanto apprezzato negli Stati Uniti.La crisi ha cambiato le abitudini di tutti, anche quelle degli americani: si mangia meno fuori casa e si hanno nuove attenzioni negli acquisti. Il consumatore medio americano ha un budget di spesa che si aggira sui 110 dollari a settimana per il cibo e un quarto di questo è votato alle specialità americane. Da sottolineare è che questo impulso verso degli alimenti di qualità è dato anche dall’influenza dei cooking show televisivi. Così dopo le specialità autoctone (92%), gli americani preferiscono le specialità italiane (72%). Questo è il nuovo profilo delle tendenze alimentari che emerge dal Summer Fancy Food di New York dove Unaprol e Ice hanno concluso la prima importante collaborazione sull’olio extra vergine d’Oliva: una partnership che sta fruttando tanti di eventi promozionali e tanti workshop, con lo scopo di sensibilizzare e promuoverne l’utilizzo. Gli Stati Uniti, da qualche anno, sono il mercato d’eccellenza per l’olio italiano, infatti dal 2011 al 2012 le forniture Made in Italy sono aumentate del 10%. L’articolo di "Italy Food 24" ci racconta le fasi e il perché di un successo tutto italiano in America, un paese sempre più amante delle squisitezze della cucina italiana.

GINO SORBILLO, L'ARTE DELLA PIZZA

Gino Sorbillo ha 36 anni, un bel sorriso, grande cortesia e una grinta che gli permette di lavorare 12/14 ore al giorno, sfornare, con la sua squadra, 1.200 pizze tra pranzo e cena, ed essere oggi l’uomo di punta della pizza napoletana di qualità. Ma se non si inizia da Luigi Sorbillo, il nonno di Gino, non si può capire la storia di questa incredibile famiglia. Luigi apre la sua pizzeria, in via dei Tribunali 32 negli anni Trenta, e sempre in quegli anni si sposa con Carolina Esposito che mette al mondo 21 figli. La prima nata è Esterina, la famosa zia Esterina, da poco scomparsa, che per 63 anni ha lavorato nella pizzeria di famiglia impastando e servendo anche ai tavoli e allevando contemporaneamente, lei rimasta orfana a 14 anni, nel 1942, nel pieno della guerra e della miseria in città, i suoi 20 fratelli più piccoli. Gino Sorbillo, il nipote prediletto che ha preso in mano da alcuni anni questo locale, frequentava fin da ragazzo la pizzeria di zia Esterina. Osservandola e seguendone gli insegnamenti ha iniziato a lavorare con lei ed è il perfetto continuatore di questa stirpe di pizzaioli eccezionali. Lui concepisce la quantità strettamente unita alla qualità e per questo tutte le materie prime che usa sono state cercate, selezionate e scelte perché le migliori.Gino Sorbillo, insieme con Enzo Coccia, sta trasformando la pizza napoletana da prodotto di massa e tradizionale, ma molto spesso bistrattato per incapacità o sete di guadagno, in un prodotto di qualità e a prezzi incredibili perché in via dei Tribunali si pagano € 5 per una pizza margherita, una pizza che è preparata con le migliori farine, olio extravergine di oliva, mozzarella e pomodoro di prima qualità. E se i classici sono la parte obbligata della produzione di una pizzeria, Gino Sorbillo ha fatto della creatività e dell’uso delle migliori materie prime della Campania, l’altro suo peculiare biglietto da visita e oggi da lui si mangiano le pizze più buone e più nuove e il successo di pubblico gli dà ragione. Pranzare o cenare da Gino Sorbillo, infatti, vuole dire fare una lunga coda in strada sia all’ora di pranzo che a cena ma una volta dentro il servizio è rapido e di grande cortesia, altra caratteristica che Gino cura con grandissima attenzione. Per questo motivo è giusto che questo pizzaiolo atipico faccia la sua comparsa in un congresso gastronomico, cuoco tra i cuochi, leader tra i leader,

OMAGGIO A STEVE JOBS

Da Pasquale a Beverly Hills, l'arte del mangiare italiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La caratteristica principale della cucina Italiana è la sua estrema semplicità, con molti piatti composti da 4 fino ad 8 ingredienti. I cuochi Italiani fanno affidamento alla qualità degli ingredienti piuttosto che alla complessità di preparazione. I piatti e le ricette sono spesso state creati dalle nonne più che da chef, per questo molte ricette sono adatte alla cucina casalinga. Molti piatti che una volta erano conosciuti solo nelle regioni, si sono diffusi in tutta la nazione. Il formaggio e il vino sono una parte importante della cucina, con molte variazioni e una tutela legale specifica, laDenominazione di origine controllata (DOC). Anche il caffè, specialmente l'espresso, è divenuto importante nella cucina.

Lassociazione " ARTE ITALIA CULTURA " promuove nel 2014 il lavoro dello chef italiano Pasquale Morra, che con la sua professionalita' e la grande forza di volonta', ha saputo esportare all'estero con il suo ristorante in Beverly Hills di Los Angeles, la grande cultura della cucina italiana base oggi della dieta mediterranea e al centro dell'interesse internazionale.Pasquale Morra si contraddistingue per i prodotti D.O.C da lui usati e per la grande semplicita' estetica ma di grande gusto con cui i suoi piatti vengono realizzati.

Competenza e grande cortesia rendono il suo locale uno tra i piu' esclusivi di Beverly Hills dove dal semplice visitatore di passaggio ad un publico attento ed esigente ci si puo' immergere, una volta entrati, nella vera Italia respirando l'aria di Napoli tra i mille profumi provenienti dalla cucina ai preziosi vini italiani che accompagnano antiche tradizioni e grande amore per l'arte del mangiare bene. Le congratulazioni per il lavoro svolto e per il grande supporto al "MADE IN ITALY " partono direttamente dai fondatori dell'associazione Giuseppe Colombo e Leda Khodr che annoverano Pasquale Morra tra gli italiani che hanno dato lustro alla nostra bella Italia.

bottom of page