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La cultura è un elemento essenziale dell’identità italiana nel mondo e rappresenta un patrimonio materiale e immateriale cui attingere per affrontare le sfide della contemporaneità. Ne fanno parte a pieno titolo la lingua italiana, come eredità del passato e ponte verso il futuro, e la ricerca scientifica, settore in cui il nostro Paese può vantare punte di eccellenza a livello mondiale.

La promozione culturale occupa quindi un ruolo fondamentale nella politica estera del nostro Paese e costituisce uno dei principali strumenti di proiezione esterna. Tutti i soggetti e le iniziative di promozione culturale realizzate dal Ministero degli Affari Esteri fanno capo alla Direzione Generale per la promozione del nostro paese.

Napoli è una delle più grandi ed incantevoli città d’arte del Mediterraneo. Capoluogo della regione Campania è, per grandezza, il terzo comune italiano dopo Roma e Milano. La città domina l’omonimo golfo, che si estende dalla penisola sorrentina all’area vulcanica dei Campi Flegrei ed offre una vista molto suggestiva, con l’imponente vulcano Vesuvio e, in lontananza, tre magnifiche isole - CapriIschia e Procida - che sembrano piccoli gioielli sorti dal mare. Oltre ai suoi splendidi paesaggi, Napoli deve la sua meritata fama anche al fascino di un centro storico che racconta 2500 anni di storia ed è stato inserito nel 1995 nel World Heritage List dell’UNESCO.

 

NAPOLI: CITTA' D'ARTE.

NAPLES: ART METRO'

  • MetroNapoli's publicly funded project transforms local metro stations into commuter-friendly art spaces that are some of the most impressive in Europe.

Say the word subway and you think: dirty, dark and rats. But in Naples, Italy, an ongoing public art project has transformed 13 metro stations into works of art, with the most recent on Via Toledo being named one of The Daily Telegraph‘s most impressive undergrounds in Europe.

The project began a decade ago as part of MetroNapoli‘s efforts to renew Naples’ urban landscape.

The Art stations originated from a project formulated by the city government with a view to make the urban area’s public transport centers more attractive and to give everyone a chance to get an up-close look at prime examples of contemporary art

Under the direction of Achille Bonto Oliva, former director of the Venice Biennale, several stations have been converted into art galleries displaying over 180 works by more than 90 artists and architects such as Alessandro Mendini, Anish Kapoor, Gae Aulenti, Karim Rashid, and Sol LeWitt. Not only do these stations function as underground galleries, but they are architectural feats that stand alone as works of art.

MAGAZINE - CULTURA ITALIANA NEL MONDO       

CLAUDIO MASSIMO STRINATI, CRITICO D'ARTE E DIRIGENTE MINISTERO DEI BENI CULTURALI.

CARAVAGGIO: LA FORMA DELLA LUCE.

Musei: apre in Cina “Spazio Italia”, mostra permanente dedicata alla cultura italiana

L’Italia apre il suo primo museo permanente all’estero e lo fa in Cina. I ministeri della Cultura italiano e cinese hanno infatti siglato un accordo per lo scambio culturale e l’apertura di uno Spazio Italia nel Museo Nazionale di Pechino. Ne parla il Sole24Ore, in occasione dell’inaugurazione di oggi.
La struttura sorge nel Distretto 751, cuore del design e della moda nella capitale del Sol Levante, ed è stata ideata dall’architetto Fabio Rotella. Non a caso all’interno sarà ospitata anche la Project Area Studio Rotella, dove una squadra di professionisti italo-cinesi lavorerà a innovativi progetti di architettura.
Uno spazio sarà dedicato alle mostre, ma anche ad eventi e workshop sul Made in Italy, con totem digitali in gradi di fornire informazioni sugli Uffizi di Firenze in tempo reale, e di garantire uno scambio di idee continuo fra le aziende presenti nello spazio.
 

 

Arte e musica, cinema e design: non c’è campo della creatività in cui il sistema Italia non possa sfoggiare un brand  unico ed invidiato; riconosciuto ovunque come modello di una qualità prossima alla perfezione. Sono tanti i gioielli e le eccellenze pronti a partite per l’America, orgogliosa testimonianza di uno sterminato patrimonio di idee: si scaldano i motori per l’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, in calendario per l’imminente 2013.

Il via alle manifestazioni è fissato per il prossimo 3 dicembre, in una cornice dall’alta carica simbolica:la Biblioteca del Congresso di Washington, tra le istituzioni più importanti al mondo per la conservazione e trasmissione della cultura. Luogo dove fa mostra di sé l’unico originale esistente della carta geografica disegnata nel 1507 da Martin Waldseemüller: la prima dove il Nuovo Mondo viene indicato con il nome di America, in omaggio ad Amerigo Vespucci.

Esposti in alcuni tra i più prestigiosi musei americani, dal Getty di Los Angeles al Metropolitan di New York, pezzi unici del nostro patrimonio archeologico: come il bronzeo Satiro danzante  o lo splendido Efebo di Mozia , straordinarie testimonianze artistiche della Magna Grecia. Il bello è protagonista, dal Rinascimento fino al ricordo di chi l’America ha saputo conquistarla proprio con l’arte: in preparazione una mostra tributo al mitico gallerista Leo Castelli.

Decine le performance e i concerti per le diverse tournée che copriranno dodici mesi di imperdibili appuntamenti: imprescindibile, nel bicentenario della nascita, un omaggio a Giuseppe Verdi, con rappresentazioni delle sue opere nei principali teatri del paese. Il melodramma italiano verrà esportato da ambasciatori d’eccezione: Riccardo Muti, impegnato nel mese di giugno al Chicago Simphony Center; l’Orchestra del regio di Parma, a Washington nel mese di febbraio.

 

 

 

 

L'ITALIA PIU' BELLA ALLA CONQUISTA DEGLI USA.

Il rituale della pasta spezzata ha il sapore dell’infanzia. Non è solo pasta corta ma è memoria, è poesia, è la mamma che ti chiedeva di aiutarla e tu che non vedevi l’ora di farlo. Ti sedevi attorno al tavolo, in cucina, mentre le pentole borbottavano sui fornelli e i vetri si appannavano e spezzavi con lei la pasta. Le dita ti facevano un po’ male e la spezzavi sempre più grossa del dovuto ma, quanta soddisfazione quando finivano tutti in pentola. Continuiamo a spezzare la pasta, anche se al supermercato vendono quella già spezzata, in confezioni pratiche e comode e tutta spezzata alla stessa misura.

La pasta spezzata a mano ha tutto un altro sapore. Ecco, le frasi, i periodi, che Erri De Luca ha scritto nel suo romanzo "I pesci non chiudono gli occhi", per me sono come la pasta spezzata a mano, frasi corte a volte dure, secche, lunghe in misura diversa, ma tutte alla stessa maniera cariche di emozioni, sensazioni, concetti. Ad una prima lettura, di qualche tempo fa, con il senno di poi superficiale e frettolosa, non mi aveva detto granché questa introspezione infantile di un bambino. Un bambino che a dieci anni vuole crescere nel corpo così come si sente cresciuto nell'anima e vive "inadeguato e confuso" le sue prime esperienze nella vita e nell'amore.

Ma ecco che l'altra sera alla ricerca di "qualcosa da leggere" ho ripreso fra le mani, questo volumetto di Erri De Luca e non riuscivo più a staccarmene e, riporlo sul comodino per dormire, mi è stato di peso. La storia autobiografica di questo ragazzino che cresce e matura, in un corpo che cambia molto più lentamente e che non sente più suo. Già dalla prima pagina, l'autore ci fornisce la sua visione del modo in cui affacciarsi alla vita. "Te lo dico una volta sola e già è troppo: sciacqua le mani a mare prima che metti il morso all'esca. Il pesce sente odore, scansa il boccone che viene da terra. E fai tale e quale a come vedi fare, senza aspettare che uno te lo dice. Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua."

E questo ragazzino del dopoguerra, in vacanza sull'isola d'Ischia con la mamma e con il papà emigrato temporaneamente in America alla realizzazione del suo personale "american dream", scopre le durezze della vita. Viene "messo sotto" e "picchiato" dalla gelosia di tre ragazzetti poco più grandi di lui; una gelosia causata da una fanciullesca relazione di amore per una coetanea del Nord Italia, come lui diversa e come lui alla ricerca di un suo posto nel mondo, ma già più matura e con la consapevolezza della sua posizione nella natura delle cose.

La scoperta dell'amore, quello descritto nei libri che tanto ama e non più fatto di parole astratte, ma di cose semplici e reali: dal contatto di una mano che si innamora di un'altra mano, di ferite che guariscono più in fretta se toccate da una mano innamorata, di occhi che non vogliono saperne di chiudersi nel momento del bacio perché "Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.", di frasi semplici che danno amore senza volerlo fare.

Ecco la prosa del romanzo di Erri De Luca, breve, "densa di sugo", dura e secca che riporta il lettore al sapore dell'infanzia come la pasta spezzata, appunto!

 

 

 

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello 
che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

 

                       Erri de Luca

 

Erri de Luca, poeta e scrittore.

 
«La grâce, c'est la force surhumaine d'affronter le monde seul, sans effort, de le défier en duel tout entier sans même se décoiffer. C'est un talent de prophète. C'est un don et toi tu l'as reçu. Tu es pleine de grâce.» Erri De Luca s'empare de l'histoire la plus connue de l'humanité, et l'articule autour de la figure de Marie. Ou plutôt de Miriàm, une simple jeune femme juive, fiancée à Iosef quand elle tombe enceinte, et qui sait ce que cette grossesse avant le mariage signifie aux yeux de la Loi. Sous la plume du romancier italien, l'histoire de la Nativité trouve un ancrage nouveau dans le contexte hébraïque, et se fait éloge d'un corps et d'une âme, ceux d'une mère...

  Buone notizie per gli scavi di Ercolano, Bray coinvolge i privati e i cittadini 25.01.2014 11:30 Buone notizie per gli scavi di Ercolano. Il sito archeologico, patrimonio dell’Umanità con le rovine di Pompei e Oplonti, visitato mediamente da 300mila turisti all’anno, si amplierà e sarà soggetto a miglioramenti e a nuovi scavi. E’ stato infatti firmato un accordo per il parco archeologico di Ercolano tra il Ministro per i Beni culturali Massimo Bray e la Fondazione Istituto Packard per i Beni Culturali (la Packard ha investito a Ercolano 16 milioni di euro negli ultimi dieci anni). L’intesa, in particolare, prevede l’acquisizione di una nuova area, la demolizione di immobili fatiscenti, con nuove recinzioni e messa in sicurezza del parco archeologico di Ercolano, oltre alla riqualificazione di un’altra zona al confine Nord – ovest degli scavi.«L’intesa – ha spiegato il Ministro per la coesione Carlo Triglia, che coordinerà l’azione istituzionale necessaria per realizzare gli interventi nel quadro del piu’ generale processo di sviluppo dell’area – rappresenta un modello di riferimento, grazie alla collaborazione di un investitore come Packard, che in questo modo dimostra di avere fiducia e di sostenere l’azione pubblica su quel territorio».«Si tratta, infatti - conclude Trigilia – di un progetto che accompagna e integra l’azione che stiamo portando avanti per Pompei, attivando le risorse anche in vista dell’evento Expo 2015 che farà da volano a un rilancio del turismo culturale internazionale su tutto il territorio nazionale. A questo impegno daremo continuità avviando il Programma Operativo Nazionale (Pon) Cultura nell’ambito del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2014 – 2020».«Il grande impegno della Fondazione Packard a Ercolano è la dimostrazione di quanto pubblico e privato possano collaborare, in un contesto di regole chiare e condivise, nell’interesse della tutela del bene comune. Quello di oggi è un passo importante per la piena valorizzazione del sito di Ercolano, patrimonio archeologico straordinario». Ancora una volta parla Massimo Bray, a chiusura di una giornata “storica” per un altro pezzo della cultura italiana.“Le parti si impegnano ad attuare i contenuti dell’accordo secondo il principio di leale collaborazione utilizzando strumenti di semplificazione amministrativa e di snellimento dei procedimenti di decisione e di controllo e a procedere periodicamente alla verifica dello stato di attuazione dell’accordo, adottando d’intesa gli eventuali aggiornamenti. Si precisa inoltre la volontà di realizzare gli obiettivi del presente accordo, favorendo anche il coinvolgimento di soggetti pubblici o privati e informando e coinvolgendo la comunità locale, affinché possa partecipare all’iniziativa con propri contributi e suggerimenti.

Maurizio La Bianca

  Buone notizie per gli scavi di Ercolano, Bray coinvolge i privati e i cittadini.

Il Patrimonio Mondiale appartiene a tutti i popoli del mondo, indipendentemente dal territorio in cui si trova. Heritage è la nostra eredità del passato, con cui viviamo oggi, e ciò che trasmettiamo alle generazioni future. L'Italia, con i suoi incomparabale doti artistiche, storiche, culturali, naturali e archeologiche, è il paese che può vantare il maggior numero di riconoscimenti Unesco nel mondo, contando 49 in totale. I Siti dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO appartengono a tutti indipendentemente dalla loro posizione geografica. Questo patrimonio rappresenta l'eredità del passato, ciò che viviamo oggi e ciò che passeremo alle future generazioni. L'Italia, con la sua ineguagliabile dotazione artistica, storica, culturale, naturalistica ed archeologica, è il Paese con il maggior numero di riconoscimenti UNESCO al mondo, ne abbiamo ben 49.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maurizio LaBianca

Henri Matisse, nell'atelier del genio moderno113 opere da tutto il mondo in una grande mostra a Ferrara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 FERRARA - Grande, grandissimo Matisse quello che è al centro della mostra allestita da domani al 15 giugno a Palazzo dei Diamanti di Ferrara e capace di ricostruirne attraverso bronzi, disegni, dipinti lo straordinario percorso creativo. In tutto 113 opere provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali, allestite come a riecheggiare idealmente l'atelier di questo genio moderno e la sua ossessione per la figura femminile. Costata ben due milioni di euro, "la mostra vuole offrire al visitatore alcune chiavi di riflessione per capire il mistero di questo artista, che tanto ha influenzato l'arte del '900", spiega alla vernice per la stampa la direttrice dei Musei Civici di Ferrara e responsabile della programmazione di Palazzo dei DiamantiMaria Luisa Pacelli, che ha messo in cantiere 'Matisse. La Figura' ben otto anni fa.Una pianificazione che ha permesso di ottenere prestiti eccellenti dal Metropolitan e dal Moma, dall'Orangerie e dal Pompidou, dal Museo Matisse di Nizza e da quello di Philadelphia o dalla Tate Gallery, nonchè da molti collezionististi privati. Con il risultato di allestire un percorso coerente e articolato della produzione matissiana, nonostante non abbiano concesso opere nuclei collezionistici fondamentali come l'Ermitage di San Pietroburgo ("stanno organizzando delle celebrazioni del museo") o privati quali la Pinacoteca Agnelli ("ci sarebbe piaciuto esporre un capolavoro come l'Odalisca di provenienza italiana, ma volevano in cambio un'opera di egual valore, di cui noi non disponiamo"). La suggestione principale della rassegna è che sottolinea con forza "il grande sincretismo tra le tecniche" vivissimo in Matisse e che mette sullo stesso piano gli splendidi bronzi, i meravigliosi disegni, i dipinti che trasudano colore. Le sale sono infatti organizzate con andamento cronologico pur consentendo approfondimenti tematici e sempre comunque partendo da una scultura. Fin dalla sezione dedicata agli esordi alla scuola del simbolista Moreau è evidente la stretta rispondenza tra il carboncino, l'olio, la scultura. Un dialogo serrato che riesce a trasferire sul linguaggio plastico l'impatto coloristico del Fauve (bellissimo il ritratto dell'amico Derain) proprio "realizzando una superficie mossa quasi a evocare quelle tinte accese e vibranti, uniche". Si prosegue con una serie memorabile di nudi, dove si svela l'incontro di Matisse con l'arte africana e tribale, da cui il suo genio fa scaturire "il concetto di una nuova bellezza". Anche qui lo studio parte da 'Nudo disteso (Aurora)', piccolo bronzo ispirato al Michelangelo della Cappella Medicea, per riproporsi con gli stessi volumi scultorei sulla tela ('Nudo con sciarpa bianca', 'Nudo seduto', 'Natura morta con edera'). Ecco quindi la straordinaria 'Serpentine', scultura alla quale Matisse lavorò per anni, mentre anche sul foglio cercava il ritmo, le torsioni e quell'incredibile movimento tridimensionale della 'Danza'. La sua ricerca è incessante, anche nei ritratti, a partire dalle due teste di 'Janette', per confluire negli oli che raffigurano la figlia Marguerite o la gitana Joaquina. Porta invece verso l'astrazione la serie dei Nudi di schiena, dove Matisse traduce nella sua originalissima cifra l'intera tradizione pittorica francese del XIX secolo, mentre la fine della vicenda bellica riconduce l'artista sulla strada della leggerezza, della decorazione, del colore trionfante. E' la fase delle Odalische, negli anni '20, quando soggiornando in Costa Azzurra ricostruisce vere e proprie scenografie con oggetti, abiti, stoffe acquistati anni prima in Marocco, per poi passare a pellicce e vestiti d'alta moda ('la volpe bianca', 'Giovane donna con pelliccia, sfondo ocra'). Di nuovo sperimenta la tensione all'astrazione in una delle sale più belle della mostra, in cui Matisse, suggestionato dalla scrittura di Mallarmè, "lavora a togliere", dice la Pacelli davanti al monumentale 'Ninfa della foresta, vegetazione' (dal d'Orsay), e procede a una progressiva rarefazione della figura fino a mostrarne, sulla tela, i pentimenti. Ancora trasparenza della pittura nella bellissima 'Natura morta con donna addormentata' (dalla National Gallery of Art di Washington) che segna negli anni '40 il grande ritorno del maestro alla decorazione con i grafismi ripetuti e ossessivi. Il percorso si conclude con la sezione che espone le tavole di 'Jazz', le tele dell'atelier di Vence e opere come 'Giovane donna in bianco, sfondo rosso', che testimonia, nonostante ia un dipinto, la fase dei collage.

 

 

 

 

 

ANCORA UNA VOLTA L'ITALIA SI CONFERMA PRIMA AGLI OSCAR DI LOS ANGELES.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La grande bellezza del regista Paolo Sorrentino ha vinto l'Oscar come miglior film straniero, dopo aver ottenuto numerosi riconoscimenti ai Golden globes e ai Bafta. Quello conquistato nella notte a Los Angeles è il primo Oscar per Sorrentino.Ricevendo il premio il regista ha ringraziato, fra le sue fonti di ispirazione, il regista Federico Fellini, il calciatore argentino Diego Maradona sua moglie e Roma, la città al centro del film. «Grazie a Toni e Nicola, grazie agli attori e ai produttori. Grazie alle mie fonti di ispirazione, i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Mi hanno insegnato tutti come fare un grande spettacolo. Che è la base per il cinema. Grazie a Napoli e a Roma, e alla mia personale grande bellezza, Daniela e i nostri due figli. Sono molto emozionato, questa vittora era tutt'altro che scontata. Gli altri film erano forti, mi sento felice e sollevato».

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