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MAGAZINE - ENOGASTRONOMIA ITALIANA 

Be Bold:Pairing Wines and Liqueurs with Cigars

While the world of wine and food pairing is vast and complex as it stands, there is now a growing trend in Europe to pair wine with cigars…so whether you’re a neophyte or an appassionato, here are some enterprising ideas.The classic and most acclaimed combinations are Cuban or Tuscan cigars with sparkling whites or distillates and liqueurs, such as calvados (an apple brandy), whiskey, rum or cognac, working to combine the strong aromas of the alcoholic drink of choice with the peat, smoked or coffee flavors of the cigar itself. A closer look at how cigars are being enjoyed today in Italy shows us a fresh approach to an old tradition.The most loved Italian cigar is the Toscano, which is produced in Lucca, Tuscany, by Manifatture Sigaro Toscano. That general family name covers several industrial made brand variations, which have decidedly fuller flavors, and some special hand made versions, with lighter, purer and more persistent flavors, like the Garibaldi, Modigliani or Soldati, all of which carry the name of some of Italy’s best known historical personalities.As a first combination I suggest a Sigaro Toscano called il Moro, hand made and aged 12-18 months, matched with a vintage 2007 Chianti Classico DOCG "Castello di Brolio" by Ricasoli, which has great aromatic complexity. The chocolate, coffee and spices on the palate go well with the quiet yet strong flavor of il Moro, and the elegant tannins of this Chianti prevail with a long finish.

If you like a lighter cigar, I suggest a Toscanello Aroma Vaniglia, one of the most widely known Italian cigars, with a nice balance of spicy and sweet (and appreciated also by women), matched with some high quality "bubbly", like the Prosecco DOC Treviso or Spumante Rosato "Il Fresco" by Villa Sandi. To the eye, the Villa Sandi's Rosato has light pink and bright nuances from the use of the grape skin in the fermentation process. Fruity and floral to the nose with delicate notes of golden apple and mountain wildflowers, it compliments the vanilla of the cigar perfectly. The Prosecco, with its sparkling dry, fresh and fruity taste and a harmonious aftertaste, it goes very nicely too with a Toscanello Vanilla – a perfect combination for a toast, a way to relax after a successful meeting, or just a fun date

A very bold combination is a Cohiba cigar, the name that Cuban Indians gave to tobacco (and which today indicates both a line of products by Habanos SA in Cuba and one by the General Cigar Company in the Dominican Republic), matched with a powerful, smooth Italian grappa, like"Grappa 10th" Torbata Selezione Riserva by Centopercento (which means 100%). Elegant and complex, the sharp smell of smoke is accompanied by sweet notes of dried and ripe fruit. Taste is full and round, as the floral, spicy and fruity aromas blend on the palate, leaving a feeling of depth. Date, nut, carob, tobacco, vanilla and cinnamon aromas meet in this perfectly Italian distillate.

And beer lovers can take heart too, as some in Europe are now enjoying their cigars with a beer. It might seem strange, but some beer can stand up to say a Toscano 1492 Anno Domini cigar. The beer we suggest with this is called Ghisa, and is produced by Birrificio Lambrate, an artisanal micro brewery in Milan. To the nose it is characterized by toasted coffee beans and smoked aromas, while the taste hints at licorice and a pleasant essence of braised prune. The aftertaste of this beer reveals various dried fruits and nuts in succession: carob, walnut, hazelnut and cassia, along with a pleasant strong finish, just right with a Toscano 1492.

Made in Italy è un'espressione che evoca in tutto il mondo l'idea dei prodotti italiani. Il motivo della fama di questa espressione che nel tempo è diventata un vero e proprio brand, è la qualità che caratterizza le eccellenze artigianali e industriali italiane.Dalle calzature al pret à porter, dalle biciclette alle automobili, senza dimenticare le eccellenze enogastronomiche, i prodotti italiani che si fregiano di questo titolo sono particolarmente ricercati sui mercati mondiali per la qualità e l'affidabilità, per la fantasia e l'originalità del design, per la loro durata e sicurezza, per il gusto e il sapore inconfondibili.Per far conoscere e promuovere il Made In Italy, durante tutto l'anno in Italia è un susseguirsi di incontri, fiere, show room, all'insegna del buon gusto, della qualità, della ricerca e della tradizione. Si tratta di iniziative che spesso uniscono il carattere della mostra mercato all'evento culturale, occasioni per conoscere l'arte e la storia del Belpaese.Molte delle produzioni artigianali e industriali che garantiscono l'origine dei prodotti made in Italy si fregiano di marchi e riconoscimenti internazionali, come i vini DOC, a Denominazione di Origine Controllata, o i formaggi DOP, a Denominazione di Origine Protetta, mentre altri, come tessuti, arredi e accessori d'abbigliamento, sono tutelati da brevetti e copyright che ne assicurano l'unicità. A garantire sia la provenienza che l'ideazione e la realizzazione dei prodotti Made in Italy intervengono sia i consorzi di tutela che i singoli produttori, mentre agenzie indipendenti ne certificano la qualità e vigilano contro sofisticazioni e contraffazioni. Spesso il motivo di una visita in Italia è proprio questo: scoprire da vicino i luoghi del Made in Italy, osservare come vengono realizzati i suoi prodotti, collegarsi alla tradizione e alla cultura che li ha generati. È assai difficile tornare a casa senza portarne con sè almeno un ricordo.

La mozzarella di bufala campana e' stata scelta dall'unione europea

Shanghai (Cina) – Chiude oggi i battenti, al termine di tre giornate ricche di incontri, la 16esima edizione della fiera internazionale  dedicata al cibo, al vino, all’ospitalità e ai servizi di settore. Nell’ambito della manifestazione la mozzarella di bufala campana Dop è stata scelta dall’Unione Europea, insieme al prosciutto di Parma, come prodotto rappresentativo del paniere agroalimentare italiano. Antonio Lucisano, direttore del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop ha commentato oggi con una nota: “E stato certamente interessante riscontrare l’enorme interesse che la Mozzarella di Bufala suscita anche presso il grande mercato cinese sia sul versante del pubblico dei consumatori che degli operatori di settore. Buyer, distributori, importatori e giornalisti hanno mostrato attenzione e sensibilità nei confronti del nostro prodotto, ma soprattutto hanno palesato la volontà di approfondirne la conoscenza”.

L'autenticita' della vera pasta italiana

L'etimologia del vocabolo pasta è tutt'oggi ancora discussa; c'è chi sostiene che il vocabolo viene dal tardo latino pasta(m) o dal greco pastai con il significato di "farina con salsa".Le prime testimonianze relative alla pasta risalgono al 1310 anche se probabilmente, chiamata con nome differente, la pasta trae le sue origini sin dall'età neolitica quando ebbe inizio la coltivazione dei cereali.La pasta è uno dei pochi cibi universali la cui presenza storica è rilevabile in tutto il continente euroasiatico, in particolar modo ha avuto la sua massima espressione e diffusione in Italia ed in Cina.E' ancora controversa l'ipotesi che sia stato lo stesso Marco Polo al ritorno dalla Cina nel 1295 a portare in Italia la pasta.Gragnano fu la sede dei primi pastifici a conduzione familiare del XVI secolo grazie alle sue particolari condizioni climatiche. Una leggera aria umidia favoriva infatti la lenta essiccazione della pasta.La produzione della pasta rese famosa Gragnano in tutto il mondo: la via Roma e la Piazza Trivione, con la pasta appesa ad essiccare, rappresentavano il fulcro della città.La tradizione della pasta di semola di grano duro è tutt'oggi conservata con gran dedizione e cura e fa di Gragnano il centro di attrazione massima per chi ama il "maccherone".

Il Parmigiano Reggiano è sicuramente il formaggio italiano più copiato nel mondo e se la punta dell'iceberg delle imitazioni è il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, in vendita c'è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sud America, ma anche Parmesello in Belgio o Parmezan in Romania. Ma mentre sul mercato europeo il gustoso formaggio è protetto dalle imitazioni del regolamento europeo di tutela delle denominazioni che consente di intervenire giuridicamente, particolarmente grave è la situazione sui mercati extracomunitari come gli Stati Uniti dove a fronte di una importazione media dall'Italia di circa 10mila tonnellate all'anno di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, si producono quasi 70mila tonnellate di Parmesan, tra Wisconsin, New York e California. In altre parole è originale solo una scaglia su otto. Nonostante i tanti tentativi di imitazione però negli ultimi anni le esportazioni all’estero di Parmigiano Reggiano volano facendo registrare in valore un aumento record del 22,5 per cento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al primo trimestre del 2011 in occasione della divulgazione dei dati Istat sul commercio estero. Sorprendenti poi le percentuali che si rilevano nelle singole aree di esportazione che vanno dal 33% nei paesi dell'Unione Europea, al 49% degli Stati Uniti fino all'incredibile 420% in Cina.

IL PARMIGIANO ITALIANO NEL MONDO

L’ente nazionale vini punta sulla Cina e avvia a Shangai un ambizioso progetto di promozione per i vini made in Italy: corsi di formazione e informazione per direttori, sommelier e chef dei ristoranti saranno avviati al fine di insegnare ai professionisti cinesi la scelta del vino giusto da abbinare alla cucina cinese in una blend di culture e sapori.Pioniera è la Toscana le cui eccellenze sranno presto nei ristoranti si Shangaidove saranno gustate e anche vendute. A promuovere il made in Toscana è Enoteca Italiana, con il supporto della sua sede cinese a Shangai, Yishang, per Toscana Promozione. Le denominazioni che per prime arriveranno nei calici e nelle coppe cinesi saranno la Vernaccia di San Gimignano Docg, il Chianti Docg, il Chianti Colli Senesi, il Rosso di Montalcino Doc, il Rosso di Montepulciano Doc, il Chianti Classico Docg, il Chianti Classico Riserva Docg, il Vino Nobile di Montepulciano Docg e il Brunello di Montalcino Docg.Alla fine del progetto i vini più richiesti dalla clientela saranno inseriti in modo permanente nelle carte vini dei ristoranti interessati al progetto.Fabio Carlesi, Segretario Generale di Enoteca Italiana spiega che «il progetto ha ambizioni più ampie, così dopo Shangai la contaminazione tra cibo cinese e vino italiano toccherà anche le città di seconda (second tier) e di terza fascia (third tier) come Chengdu, Dalian, Nanjing, Qingdao, Shenzhen, Suzhou, Tianjin, cioè quei centri considerati piccoli in Cina, ma protagoniste di uno sviluppo importante, sia dal punto di vista economico che tecnologico. Tre anni fa - continua Carlesi - abbiamo aperto nel cuore di Shanghai, un’enoteca, Yishang Wine Business Consulting, che oltre informare, formare e promuovere, da quest’ anno svolge anche attività di brokeraggio ed i primi risultati ottenuti nell’incontro tra domanda e offerta sono sicuramente interessanti. A quello che ci risulta è l’unica proposta italiana strutturata in Cina in questo settore».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL VINO ITALIANO VOLA IN CINA.

 Il mercato imperdibile: Cina Oil China risale al 2005. Da allora, Oil China si tiene ogni anno . E ' l'unica fiera professionale internazionale di olio d'oliva e di olio commestibile che è completamente sostenuta dal Ministero delle Politiche Agricole e l'agricoltura Trade Promotion Center. Approvato dal Consiglio della Cina per la promozione del commercio internazionale ( CCPIT ), olio di Cina è stata la mostra ufficiale di cooperazione di diverse istituzioni, quali Ambasciate di Spagna, Grecia, Italia, e il Commercio Estero Ufficio di Spagna, Trade Promotion Center della Grecia e così via. Ogni anno, questi padiglioni paese sarà presente al petrolio della Cina . È diventata una mostra internazionale di olio commestibile con la più grande e del numero di varietà di olio. Rinomato per attrarre acquirenti professionali, i distributori e pubblico , Oil China ha guadagnato l'attenzione della società olio commestibile connessi tutto il mondo. Si tratta di una piattaforma eccellente per le parti interessate a cercare i prodotti in commercio e di cooperazione tra imprese .Oil China 2014 si terrà a Beijing, Guangzhou, Shanghai durante 19, 20, 21, 22, 23 Aprile 2014. Olio Cina giocherà un ruolo importante nel promuovere una migliore consumo di olio fine, quindi portare ulteriori opportunità di business per gli espositori. Una serie di attività sono stati ideati per dare più opportunità per dimostrare i vostri prodotti, per avere un quadro di mercato cinese e le vendite vicino. Oil China , sotto il mercato potenziale straordinario ambiente , con il sostegno da parte delle imprese nazionali e internazionali con l'offerta l'organizzazione professionale : generare pubblicità, dimostrare i prodotti, costruire comunità business, incrementare le vendite , incontrare nuove prospettive , a sviluppare le relazioni con i clienti , l'industria di apprendimento professionale , e ecc anche olio Cina userà canale diverso per promuovere il vestito prodotti al cliente target , secondo la classificazione di olio commestibile. Assicurarsi che tutti i clienti target ottenere le giuste informazioni per massimizzare sostenere e arricchire l'industria. Guadagna vostra quota di mercato , ora è il tempo ... . Oil China , sotto il mercato potenziale straordinario ambiente , con il sostegno da parte delle imprese nazionali e internazionali con l'offerta l'organizzazione professionale : generare pubblicità, dimostrare i prodotti, costruire comunità business, incrementare le vendite , incontrare nuove prospettive , a sviluppare le relazioni con i clienti , l'industria di apprendimento professionale , e ecc anche olio Cina userà canale diverso per promuovere il vestito prodotti al cliente target , secondo la classificazione di olio commestibile. Assicurarsi che tutti i clienti target ottenere le giuste informazioni per massimizzare sostenere e arricchire l'industria. Guadagna vostra quota di mercato , ora è il tempo ... . >> mercato cinese olio commestibile La Cina sta diventando sempre più al centro dell'attenzione in tutto il mondo , in particolare , l'economia cinese mantenendo l'aumento of7 % -10% e possiede 1,3 miliardi di cinesi , che si sta espandendo la domanda locale di tutti i tipi di materiali e cibo e facendo della Cina poco incidono dalla crisi finanziaria , per i contrari , la domanda cinese per tutti i tipi di materiali e cibo darà imprese straniere opportunità di business sempre più. Secondo i dati del costume e delle previsioni delle organizzazioni collegate , dal 2002 al 2008, il consumo di olio commestibile cinese continua a sollevare la media del 8% , e secondo questa percentuale , nel 2010 il consumo di olio commestibile raggiungerà 29.000.000 tonnellate, e la percentuale di importazione di olio commestibile è in rapido aumento e circa il 20% -50% , in particolare , olio di soia, olio di palma , olio di colza, olio di oliva, olio di semi di uva, avocado olio ed altri oli commestibili . Il grafico che segue per il vostro riferimento : E ' la previsione che nel 2015 il consumo di olio commestibile raggiungerà 30.000.000 tonnellate e la media per persona sarà anche raggiungere i 20 kg ( nel 2008 15 kg a persona). Oltre il 60% del consumo riportati sopra completamente contare su l'importazione di olio commestibile a causa della diminuzione dell'area di impianto ed il rendimento limitato di colture oleaginose . In una parola, enorme mercato cinese si sta aprendo per voi ed è tempo di ampliare il vostro business in Cina. Il Mercato dell'Olio d'Oliva in CinaCome uno degli alimenti con valore nutrizionale , l'olio d'oliva è sempre più il benvenuto in Cina. At presente più di 200 marche di olio di oliva sembra in cinese mercato dell'olio d'oliva , che quasi il 100% delle importazioni dalla Spagna, Grecia, Italia, Turchia, Tunisia, Portogallo , Giordania, Australia e così via. Le città principali del consumo di olio di oliva sono Pechino, Shanghai , Shenzhen , Guangzhou , Tianjin e altre città grandi e medie . Secondo il grafico seguente , dal 2004 la percentuale media di importazione di olio d'oliva ha mantenuto gli aumenti di quasi il 60% all'anno. Con lo stesso tasso fino al 2010 World Expo che si terrà a Shanghai sarà più di 25.000 tonnellate. Insieme con l'aggiornamento del livello di vita del popolo cinese con il progresso della coscienza, la salute, l'olio d'oliva avrà la più ampia scala nel mercato cinese olio commestibile.

L'olio Italiano in Cina

 

L'OLIO D'OLIVA PER LA COSMESI

Olio di oliva e la bellezzaL’olio extravergine di oliva è un prodotto dalle tante proprietà salutari e svolge un compito molto importante anche per la bellezza del corpo sia come alimento che sotto forma di cosmetico.Le proprietà dell’olio di oliva come trattamento di bellezza erano conosciute dai popoli più antichi in tutti i Paesi del Mediterraneo e in quelli Arabi. I fenici lo battezzarono “oro liquido”, gli egizi lo usavano per ammorbidire la pelle e per rendere lucidi i capelli, nella Grecia antica gli atleti lo adoperavano per massaggi e frizioni.La dermocosmesi moderna riscopre l’olio extra vergine d'oliva per la cura esterna della pelle, ridando valore a questo prodotto così ricco di sostanze benefiche e principi attivi. Recenti studi dimostrano che la composizione in grassi dell’olio di oliva (trigliceridi) è molto simile al sebo della pelle umana e che tra gli oli vegetali è quello con la maggiore affinità allo strato lipidico della pelle; questo ne fa un anti-aging (antinvecchiamento) naturale per la ricostruzione del derma. È inoltre ricco di sostanze benefiche: -la vitamina E che contrasta i radicali liberi, maggiori responsabili del processo di invecchiamento; -la vitamina A che impedisce la secchezza delle mucose; -squalene: in grado di penetrare negli strati più profondi della pelle e riformare il filo idrolipidico (indebolito dai raggi solari e dai detergenti), rinnovando la pelle; -acidi grassi insaturi come il linoleico ed il linolenico che prevengono disturbi della pelle come eczema, acne, psoriasi e pelle secca; - il beta-carotene che dona elasticità alla pelle; -acidi ed alcoli triterpenici che sono cicatrizzanti. Oggi l’olio di oliva è impiegato come ingrediente principale di molti prodotti efficaci, assolutamente naturali e spesso privi di coloranti e conservanti per la cura del corpo e dei capelli.

Da oggi l’elisir di lungavita è nei pomodori italiani

Arrivato in Italia dall’America nel 1500, il pomodoro possedeva un colore dorato. Quel colore, complice il clima favorevole del nostro Stivale, diventò di un rosso smagliante che gli ha regalato, per un breve periodo, l’appellativo di pomme d’amour. Ben presto il pomodoro è diventato il re delle nostre tavole e, da nord a sud, sono molti gli italiani che apprezzano l’ortaggio, il cui nome scientifico è Solanum lycopersicum. Ricco di licopene, il pomodoro è un valido alleato della salute dell’uomo proprio per via del carotenoide, cui viene riconosciuto un consistente potere antiossidante. Come tutti sanno, gli antiossidanti svolgono un ruolo primario per ciò che concerne la prevenzione tumorale: in particolare, assumere grandi quantità di pomodori allontanerebbe il rischio di un carcinoma mammario nelle donne e di tumore alla prostata, oltre ad essere un valido supporto contro l’invecchiamento cellulare generale.L’ortaggio del benessere, da adesso in poi, però avrà una marcia in più. La Coldiretti nell’ambito del progetto “Una filiera agricola italiana” partito dalla Lombardia, ha messo a punto una qualità di pomodoro, costata mesi di ricerche e tentativi, che possiede il doppio del licopene normalmente contenuto nei pomodori e, consequenzialmente, un totale dell’85% di antiossidanti. E non ha nulla a che fare con manipolazioni genetiche o artificiali. Piuttosto, come abbiamo detto prima, si tratta di una varietà ottenuta attraverso mesi di studi e, infine, attraverso una serie di innesti.La Coldiretti, responsabile del progetto, è convinta sostenitrice del prodotto che a breve sarà disponibile con i brand Pomì L+. In particolare, in merito al progetto, il presidente Sergio Marini ha detto:E’ possibile fare ricerca con risultati concreti che rispondono a reali esigenze dei produttori e dei consumatori senza ricorrere a metodi innaturali come la manipolazione genetica. È più’ facile il trasferimento delle innovazioni dal campo alla tavola quando è più diretto il rapporto tra produttori e consumatori come nel progetto della Coldiretti per ‘la filiera agricola tutta italiana’ che punta ad offrire prodotti al cento per cento italiani firmati dagli stessi agricoltori.Oltre al settore produttivo, il progetto interessa anche la tradizione della cucina italiana, così come la celebre dieta mediterranea. Portando sulle tavole degli italiani questa nuova varietà, i primi a beneficiarne saranno i consumatori che potranno godere di un prodotto utilissimo per la salute, oltre che estremamente godibile. La “pappa al pomodoro”, supera la pizza ed è infatti il piatto più mangiato da Trieste a Trapani.continua su: http://www.fanpage.it/da-oggi-l-elisir-di-lungavita-e-nei-pomodori-italiani-nasce-la-varieta-con-doppio-licopene.

La nostra collezione di sughi e di pesto propone una gamma di prodotti creati con ingredienti freschi della migliore qualità, selezionati accuratamente dai nostri esperti per garantire l’autenticità e i sapori originali legati alle tradizioni gastronomiche del territorio italiano.

Ulivo salentino, omaggio a Michelle.LECCE  Un ulivo monumentale salentino di oltre 1.400 anni, battezzato “La Regina”, sarà assegnato a Michelle Obama quale riconoscimento per l’impegno della first lady in favore dell’alimentazione e dello stile di vita mediterraneo. Oltre all’aspetto simbolico dell’assegnazione, tutto l’olio extravergine d’oliva che l’albero produrrà il prossimo autunno sarà inviato alla famiglia Obama presso la Casa Bianca. L’iniziativa sarà formalizzata il 25 maggio, alle 18, nell’ambito del Festival della Dieta Med-Italiana in programma a Lecce dal 24 al 27 maggio.Nell’occasione sarà infatti firmato il documento ufficiale di assegnazione dell’albero. Le parti coinvolte nella iniziativa sono diverse, ognuna per le proprie competenze: la Provincia di Lecce, l’Istituto Costa di Lecce, ideatore e promotore del progetto “Dieta Med-Italiana”, la Camera di Commercio e la Coldiretti di Lecce, la Cooperativa Sant’Anna di Vernole, azienda produttrice dell’olio ricavato dall’albero, e Ines Maria Antonucci, proprietaria del terreno che ospita la maestosa pianta.“L’assegnazione onoraria dell’albero d’Ulivo monumentale, una delle più antiche e prestigiose piante del territorio, insieme all’olio extravergine d’oliva che sarà prodotto con i suoi frutti, simbolo di pace, di alimentazione sostenibile e di benessere, è motivata – spiegano i promotori – dal grande ed importante impegno con cui la moglie del presidente Usa negli ultimi anni ha indicato e ha incoraggiato il popolo americano e, in particolare, i bambini e le loro famiglie, a seguire uno stile di vita più sano basato sui concetti fondamentali della Dieta Mediterranea, i quali prevedono sia una corretta alimentazione che una maggiore attività fisica”.Nei giorni scorsi la Provincia di Lecce ha inviato alla First Lady Obama, presso la sua residenza a Washington e, per conoscenza, all’ambasciatore Usa in Italia, Mr. David Thorne, una comunicazione ufficiale relativa al riconoscimento.L’albero d’Ulivo denominato “La Regina” è un’imponente pianta ultramillenaria, della varietà autoctona “Ogliarola Leccese”. Ha un’età stimata di oltre 1.400 anni e misura una circonferenza alla base di circa 14 metri. È posizionata in agro di Vernole-Lecce. Nelle sue vicinanze vi sono altri ulivi altrettanto importanti, conosciuti come “Il Re”, “Il Faraone”. “La Regina” può arrivare a produrre fino a 6 quintali di olive, capaci di trasformarsi in un massimo di 100 kg di olio extravergine d’oliva.

     Il vino italiano vola all'estero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Made in Italy del vino all'estero è avvertito come profondamente desiderabile e il prezzo non è un fattore fondamentale, almeno non lo è in alcuni paesi; ciò che fa la differenza è l'abilità delleimprese di introdursi in mercati lontani e di posizionarsi in questi mercati con una costante rendita. Il Made in Italy all’estero è ben percepito. Chi vive fuori Italia, apprezza i nostri vini in modo attento e valorizzante.
Per la prima volta nel 2013 l'export di vino italiano ha superato i 5 miliardi di euro con una crescita record in Australia del 23%. I consumatori sono sempre più interessanti al vino "straniero", soprattutto italiano.

A danno del costoso champagne, gli spumanti rimangono tra i vini italiani più amati dagli stranieri nel 2013, con un aumento in valore del 18%. Tra gli spumanti il Prosecco è il più gettonato con una crescita del 30%, seguito dall'Asti con un +11 per cento.

Nel 2013 il Prosecco è stato lo spumante più venduto al mondo, battendo per la prima volta Champagne e Cava spagnolo.

Per quanto riguarda il giro d'affari dei vini italiani sul mercato estero, al primo posto per il maggior fatturato troviamo gli Stati Uniti dove l'export aumenta del 10%, mentre al secondo posto segue la Germania, +9%. Un aumento del 10% si registra anche in Russia e addirittura del 23% in Australia (ma la base è più piccola). Anche sul mercato asiatico il dato rimane positivo, con una crescita complessiva del 3% e con un apprezzabile aumento del 6% in Cina.

 

 

L'impegno dell'ideatore e fondatore di Make Italy, nasce dal rispetto profondo per le proprie radici e per la propria terra, la Puglia. La conoscenza del settore agroalimentare e una particolare attenzione verso i tanti produttori di qualità nel comparto enogastronomico italiano, ma soprattutto pugliese, ha stimolato e dato vita ad una scrupolosa ricerca di prodotti d’eccellenza da presentare sulle tavole di tutto il mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mimmo Capece, l'arte del gusto italiano

Quando si ha la fortuna di provenire da una terra ricca di esperienza e tradizione e quando la mente percorre i sentieri del gusto, non è possibile rimanere assenti da luoghi e da sapori che ci coinvolgono da secoli.


“Tra i principali motori che spingono la ripresa dell’export italiano c’è il vino  che nei primi mesi del 2010 ha registrato importanti percentuali di incremento, sia in volume che in valore. In particolare, i prodotti che hanno portato a casa incrementi più consistenti appartengono proprio a quelle “microaree” caratterizzate da quella ricchezza, economico-culturale, che si chiama vitigno autoctono. In questo quadro la Puglia, forte di quella “diversità territoriale” che è un vantaggio competitivo che possiamo spendere sui mercati internazionali, ha saputo ritagliarsi un protagonismo che va senza dubbio consolidato. VinidiPuglia, dunque, ci offre la possibilità di presentarci con l’inconfondibile “stile pugliese”, in cui la storia e il fascino del Mediterraneo si fondono con la modernità e il progresso. Quel Made in Puglia che si è fatto strada valorizzando la qualità e il legame con il territorio e la tradizione e che i mercati, soprattutto esteri, mostrano di apprezzare in maniera crescente. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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